Yoga sì e yoga no

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La maggiore sfida del cristiano cattolico di oggi è la ricerca della consapevolezza della propria fede: non a un cattolicesimo all’acqua di rose ma un cattolicesimo dalla fede matura. Dire io credo in Dio ma quello che dice la Chiesa è sbagliato e quindi non mi interessa e io sono di sicuro nel giusto e i preti dicono solo stupidaggini, vanno bene solo per fare processioni e consentirci di chiamare il cantante di grido alla festa patronale, se il tuo credo è questo dì “io credo nel mio Dio” e abbi la decenza di non dire “io sono cattolico”.

La fede è un dono che Dio fa a tutti ma accogliere questo dono è una scelta. Non si può accogliere solo l’involucro del dono: se si sceglie di accoglierlo andrebbe accolto in toto. Spesso siamo disposti ad accettare regole e dettami di ogni contesto umano, scuole, uffici , palestre piscine, e ogni altro luogo di aggregazione invece dalla Chiesa ci aspettiamo un luogo quasi asettico senza un’anima che possa rientrare nei nostri canoni dettati da mode e sentito dire in cui andare a “chiedere i sacramenti che devono seguire i nostri standard”. Essere cattolici significa non solo credere in Dio ma anche aderire a Santa Madre Chiesa.

In questo tempo va di moda aderire a pratiche Yoga ma che cos’è? È compatibile con il cristianesimo?

Yoga è il nome di un gruppo di pratiche e discipline fisiche, mentali spirituali originariamente indiane. Rappresenta una delle sei scuole ortodosse tradizionali filosofiche indù. Il termine deriva dalla radice sanscrita “yuj” che significa attaccare, unire, imbrigliare, aggiogare. La parola yoga è coniata dall’inglese “yoke”. Esiste una grande varietà di correnti di pensiero, tecniche e obbiettivi yoga, che non si radicano solo nell’induismo, ma anche nel buddismo e nel jainismo.” (definizione da https://www.my-personaltrainer.it/allenamento/yoga.html)

Il Catechismo della Chiesa Cattolica (l’ABC del credo cattolico e purtroppo un grandissimo sconosciuto) nella parte terza sezione seconda riporta il cosiddetto primo comandamento: Io sono il Signore tuo Dio, ..non avrai non avrai altri dei di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo, né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai » (Es 20,2-5).24Sta scritto: « Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto » (Mt 4,10).

Di primo acchito può sembrare una semplice imposizione ma in realtà implica una raccomandazione d’amore paragonabile a quella dei genitori che dicono ai figli piccoli di non mettere le dita in una presa perché possono morire. Facciamo un esempio da adulti: pensiamo a chi ha fatto diventare la propria carriera/lavoro un idolo. Se sgomita tra i colleghi, sacrifica famiglia, affetti, amicizie, salute in nome di questo lavoro sarà davvero felice?

La pratica dello Yoga implica l’adorazione di dei/mentalità con nomi esotici e/o orientali diversi dal Dio in cui credono i cattolici.

  • L’induismo: “Alla definizione di “induismo”, tradizionalmente, si preferiscono quelle di sanatana dharma, “la norma eterna”; vaidika dharma, la religione del Veda; matrka dharma, la Madre di ogni norma. Denominatore comune è il termine dharma ovvero l’ordine cosmico di tutta la realtà. Dharma.. Karma…Morsha.. “(https://www.induismo.it/induismo-cosa/)
  • Buddhismo: “oggi offre un insieme molto vasto di insegnamenti che costituiscono un versatile gruppo di metodi e tecniche per sviluppare qualità della propria mente fino a raggiungere l’Illuminazione. L’enfasi maggiore nella dottrina buddhista è infatti rivolta alla comprensione e al controllo della propria mente, e di conseguenza delle proprie azioni, e allo sviluppo della saggezza. Per questo motivo la filosofia buddhista comprende un vero e proprio sistema psicologico che, combinato con le tecniche di meditazione, forma quella che spesso viene chiamata “La Scienza della Mente Buddhista”.”(https://unionebuddhistaitaliana.it/buddhismo/i-principi-buddhisti/)
  • Jainista: La  Spiritualità jainista si basa sulla regola aurea dell’Ahimsa, il  rispetto attivo nei confronti di ogni Vita, animale e vegetale, che è  divina e sacra, e contiene un’anima individuale eterna, potenzialmente  perfetta e santa, che aspira a liberarsi dai vincoli con la materia.  La  condotta dei Jain è dunque orientata al pacifismo, alla tolleranza,  alla protezione della creazione e delle creature, alla continenza, alla  mitezza, al vegetarismo, all’altruismo, alla sincerità, al perdono.  (http://www.jainismo.it/introduzione.html)

Spesso chi pratica Yoga dice di ricevere un beneficio spirituale e mentale ricollegabile alle suddette spiritualità con i tipici atteggiamenti di preghiera verso questi dei.

12. Con l’attuale diffusione dei metodi orientali di meditazione nel mondo cristiano e nelle comunità ecclesiali, ci troviamo di fronte ad un acuto rinnovarsi del tentativo, non esente da rischi ed errori, di fondere la meditazione cristiana con quella non cristiana. Le proposte in questo senso sono numerose e più o meno radicali: alcune utilizzano metodi orientali solo ai fini di una preparazione psicofisica per una contemplazione realmente cristiana; altre vanno oltre e cercano di generare, con diverse tecniche, esperienze spirituali analoghe a quelle di cui si parla in scritti di certi mistici cattolici (13); altre ancora non temono di collocare quell’assoluto senza immagini e concetti, proprio della teoria buddista (14), sullo stesso piano della maestà di Dio, rivelata in Cristo, che si eleva al di sopra della realtà finita e, a tal fine, si servono di una “teologia negativa” che trascende ogni affermazione contenutistica su Dio, negando che le cose del mondo possono essere una traccia che rinvia all’infinità di Dio. Per questo propongono di abbandonare non solo la meditazione delle opere salvifiche che il Dio dell’Antica e della Nuova Alleanza ha compiuto nella storia, ma anche l’idea stessa del Dio uno e trino, che è amore, in favore di un’immersione “nell’abisso indeterminato della divinità” (15). Queste proposte o altre analoghe di armonizzazione tra meditazione cristiana e tecniche orientali dovranno essere continuamente vagliate con accurato discernimento di contenuti e di metodo, per evitare la caduta in un pernicioso sincretismo.

Papa Benedetto XVI nel 2005 disse: “C’è uno yoga ridotto ad una specie di ginnastica: si offre qualche elemento che può dare un aiuto per il rilassamento del corpo. Bene, se lo yoga è ridotto realmente ad una ginnastica si può anche accettare, nel caso di movimenti che hanno un senso esclusivamente fisico. Ma deve essere realmente ridotto, ripeto, a un puro esercizio di rilassamento fisico, liberato da ogni elemento ideologico. Su questo punto si deve essere molto attenti per non introdurre in una preparazione fisica una determinata visione dell’uomo, del mondo, della relazione fra uomo e Dio. […]
Nel momento in cui compaiono elementi che pretendono di guidare ad una “mistica”, diventano già strumenti che conducono ad una direzione sbagliata” (tratto da “Intervista al Cardinal Ratzinger: 30 domande” all’interno di “Una voce grida” n. 9 – marzo 1999).

Ognuno sceglie liberamente il proprio credo, cristiano cattolico, induista, buddista, jainista, ortodosso, evangelista, valdese e via dicendo, ..qualunque possa essere la scelta sarebbe cosa buona e giusta conoscere e vivere la propria religione ed essere coerente. La pratica spirituale Yoga è perfettamente compatibile con l’induismo, il buddismo e il jainismo… ma non con la pratica del cristianesimo cattolico.

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