“Vuoi essere felice?”
(Commento al Vangelo di don Gianluca Bracalante)
“Le beatitudini sono un messaggio per tutti. Educhiamo noi stessi e i nostri figli alle cose grandi, alle mete difficili. Troppo a lungo abbiamo subito il contagio di una mentalità borghese che ha spento gli ideali e ha fatto ricercare, anche ai cristiani, la vita comoda, tranquilla, un certo permissivismo, così poco evangelico. Una vita senza la follia, senza la follia del Vangelo”.
La Parola di Dio oggi ci pone la domanda che è alla base di tutte le vere domande della vita: “vuoi essere felice? Se la risposta è affermativa sei invitato ad accendere 8 luci nel cuore della tua coscienza:
La prima è la più importante, da cui dipendono le altre: “Beati i poveri per lo spirito”: cioè coloro che sanno vivere con libertà il rapporto con i beni materiali, libertà che si traduce nella condivisione, nel cercare di eliminare la povertà dell’altro. Felice è colui che non si fa possedere, che non riempie il suo vuoto con oggetti ma si responsabilizza per il “Regno dei cieli” che non è il paradiso ma è la società alternativa che Gesù ha portato sulla terra.
La seconda: “Quelli che sono nel pianto, Beati, perché saranno consolati”: felice è colui che si adopera, non a consolare con la pacca sulla spalla, ma ad eliminare la sofferenza dell’altro. Felice è colui che non dispera mai. Anche nella notte del dolore, sente accanto a sé la presenza del Signore.
La terza: Beati i miti perché avranno in eredità la terra: felice è colui che di fronte alla perdita di tutto, al crollo delle proprie certezze, di fronte alla dignità calpestata, risponde con mitezza che non significa stare buoni, parlare a bassa voce, ma difendere i propri diritti senza ricorrere alla violenza.
La quarta: Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia: felice è colui che si sente responsabile del mondo e non diventerà mai complice dell’illegalità, delle violenze, delle guerre, di tutte le ingiustizie.
La quinta: Beati i misericordiosi: felice è colui che è sempre pronto ad aiutare, in tutto il suo essere, chi è nel bisogno. Felice è “il-sempre-solidale” nella solidarietà, colui che non chiuderà mai la porta, della sua casa e del suo cuore, a nessuno.
La sesta: Beati i puri di cuore: felice è colui che nel suo agire (il cuore) è limpido, trasparente. Proprio per questo percepirà la presenza di Dio in ogni situazione.
La settima: Beati gli operatori di pace: felice è colui che si alza dalla propria tranquillità (i pacifici), dal proprio menefreghismo e coltiva la propria responsabilità, il gusto dell’avvenire, il coraggio del futuro anche se questo significa dare la vita. Gli operatori di pace saranno chiamati figli di Dio.
L’ottava: Beati i perseguitati per la giustizia: felice è colui che resta fedele alla felicità, alle beatitudini. Questo stile di vita non sarà applaudito da questa società consumistica, inodore, insapore e pornografica, questo stile di vita sarà perseguitato, ma poco importa perché Dio è dalla parte dei felici e se Dio è dalla nostra parte siamo la maggioranza.