Una Quaresima 2020 diversa da tutte le altre
(Commento al Vangelo di don Silvio Santovito)
“Un Cammino diverso”
Certamente il cammino quaresimale lo avevamo programmato con un ritmo diverso, con tanto momenti comunitari, celebrazioni, devozioni, momenti di adorazione, non avremmo mai immaginato di ritrovarci a vivere pienamente il deserto di tutto questo. Sarà un tempo diverso, organizzato con dei ritmi diversi ai quali non vogliamo far mancare la presenza di Dio e la tenerezza del suo Amore.
Forse questo tempo più che mai, ci offre la possibilità di fermarci e riscoprire atteggiamenti di condivisione e di tenerezza con i nostri cari e con Dio che probabilmente il ritmo della vita frenetica ci aveva fatto accantonare.
E’ in questa ottica che vogliamo accogliere la parola del vangelo di questa domenica, dove ci è presentato l’incontro di Gesù con una donna samaritana al pozzo di Giacobbe. La donna samaritana (i samaritani erano ritenuti eretici rispetto alla fede tradizionale, avevano costruito un loro tempio sul monte Garizim e avevano accolto tra loro popoli con divinità pagane che anche loro avevano cominciato ad onorare) viene ad attingere l’acqua al pozzo ad una ora insolita quella più calda e più luminosa, e lì trova Gesù che sta andando a Gerusalemme e ha compiuto un lungo e faticoso viaggio per arrivare a quel pozzo. La scena ci dice chiaramente che Gesù è lo sposo che si trova lì per rinnovare la sua dichiarazione d’amore alla sposa infedele, la samaritana che rappresenta Israele e l’umanità. La sposa infedele cerca la gioia del cuore nelle esperienze effimere del mondo, ricerca la felicità nel piacere, nel successo, nel denaro, nel potere cose tutte che durano un po’ lasciando un grande vuoto nel cuore. La ricerca di ciò che offre il mondo è così intensa e coinvolgente da impegnare tutte le forze e il tempo della vita, al punto da far rimanere con delle aspettative terrene, povere, insensate. Quando Gesù vuole offrire se stesso come felicità alla vita della donna, lei fa fatica a capire il linguaggio di Gesù, pensa solo all’acqua del pozzo, come attingerla e come poterla avere senza tanti sforzi, solo più tardi fiorisce nel suo cuore il desiderio di quest’acqua che potrà dissetarla per sempre, l’amore di Cristo, che farà la felicità della sua vita.
Due insegnamenti belli risaltano da tutta la scena del vangelo di oggi, la prima ci dice che il nostro Dio è folle d’amore per le sue creature, soffre nel non poterle amare, cerca sempre di riconquistarle se sono infedeli a lui e ai suoi progetti, non riesce a stare lontano, il nostro Dio è così, può non piacere perché non usa le logiche nostre riguardo alle ricompense e alle esaltazioni dei bravi e dei buoni, Lui stravede per tutti, la follia dell’amore lo porta a tutto questo.
Il secondo insegnamento è la realtà di vita di quella donna che somiglia molto alla nostra, anche noi cerchiamo la felicità in tante cose che rincorriamo nel mondo senza avere tempo per le cose più belle e più essenziali, vorremmo la felicità nel nostro cuore ma siamo sempre alla ricerca di qualcuno o di qualcosa a cui dare la colpa per la nostra infelicità.
Anche a noi oggi Gesù offre l’acqua viva del suo Amore, per ritrovarci, dissetarci, riabbracciarci e farci riscoprire che la felicità è dentro di noi ma solo quando ci lasciamo prendere per mano da Lui e ci lasciamo portare per le strade del mondo ad amare i fratelli.
Il tempo di ritiro forzato che viviamo può essere il momento perché le nostre case, le nostre famiglie, la nostra preghiera diventino il pozzo sul quale Gesù è seduto per incontrarci ed offrirci il suo Amore, questo potrebbe essere il momento nel quale siamo dissetati da Lui superando le paure, le ansie e i tanti timori del momento, pensate se accadesse questo nella vita e nel cuore di ognuno di noi anche questo brutto virus diventerebbe una grande benedizione.