Un terzo figlio nato nonostante i dottori avevano consigliato l’aborto
La grande avventura della vita di ciascuno è intrisa di un “adesso” che è anche un po’ il frutto di un passato che ci segna e di cui conserviamo una miriade di microscopici ricordi indelebili che albergano nella nostra mente e nei nostri cuori. Uno dei miei ricordi è legato alla nascita del mio primo figlio. In stanza con me c’era un’altra neo mamma che aveva desiderato portare avanti quella gravidanza nonostante il ginecologo le avesse consigliato di abortire perché il figlio sarebbe stato (a detta del medico) affetto da gravi malformazioni al cuore e al cervello. Alla nascita, quel bambino invece era perfettamente sano. Ascoltai quella storia senza dargli nessunissimo peso.
Eppure chi l’avrebbe mai detto che a distanza di sei anni avrei vissuto quella identica esperienza? Ero alla quarta gravidanza (la prima un aborto spontaneo) e dalle prime analisi, non uno bensì due ginecologi ( per grazia di Dio dei quali non ricordo né i nomi e né i volti) mi suggerirono di abortire perché quel feto avrebbe avuto gravissime malformazioni a ogni livello. La loro prognosi era basata su un valore dell’analisi che presupponeva che avevo contratto un virus molto pericoloso per il nascituro. Istintivamente dissi “Io sono cattolica e non voglio abortire”. E loro mi risposero: “Allora se vuoi che viva dovrai andare a partorire in qualche centro specializzato”. Io e mio marito uscimmo dall’ospedale piangendo e con un grande senso di disperazione. In coppia frequentavamo (e frequentiamo tuttora) un gruppo di preghiera del Rinnovamento Nello Spirito e come nostra abitudine, quando ci sentivamo in difficoltà, ci rivolgevamo al ministero dell’intercessione per chiedere di pregare per quella situazione. Io avevo solo la forza di piangere! Il giorno dopo mio marito disse: “Perché non proviamo a chiedere anche a un altro dottore?”. Richiamai il ginecologo (ironia della sorte lo stesso che aveva suggerito di abortire alla mia compagna di stanza conosciuta sei anni prima) che mi aveva seguito nelle precedenti gravidanze. Quando era il mio medico di fiducia non rispondeva mai, lo dovevo richiamare sempre tante volte. Invece, quel giorno, rispose immediatamente! Gli spiegai la situazione e lui mi diede subito appuntamento allo studio dicendomi di portare con me le analisi fatte. Il valore inquisito attestava il virus ma aveva bisogno di un ulteriore approfondimento per capire se era antecedente o post gravidanza. Il poliambulatorio senza darmi spiegazione mi aveva già richiamato per farmi rifare l’analisi. Gli mostrai questo altro foglio e mi tranquillizzò dicendomi che stava tutto a posto.
E’ stata una gravidanza molto particolare sia per l’ansia che mi ero portata dietro dopo quanto mi avevano detto i dottori e sia perché era arrivata in un momento molto particolare della mia vita: era da poco che avevo perso mia mamma. Fino all’ultimo avevo paura di perderlo! Contrariamente a quanto prognosticato dai due ginecologi il terzo figlio è nato in perfetta salute. Lascio immaginare la gioia incommensurabile che abbiamo provato nel momento della sua nascita.
Quale dono grande sono i figli! Spesso ripenso a quel giorno in ospedale e di sicuro se avessi dato retta a quei dottori che mi avevano consigliato di abortire, la mia vita sarebbe di sicuro molto meno ricca e bella.
Rubrica “Sono una mamma non sono un santa”