Spiritualità coniugale e familiare
Rubrica a cura di Don Giovanni Boezzi delegato dai sacerdoti della Zona Pastorale di Vasto per la Famiglia
Nel nono capitolo di Amoris Lætitia, Papa Francesco ci ricorda che la carità assume diverse sfumature, a seconda dello stato di vita a cui ciascuno di noi è chiamato e, come affermava il Concilio Vaticano II, la spiritualità dei laici «deve assumere una sua fisionomia particolare anche dallo stato del matrimonio e della famiglia». «Per questo le preoccupazioni familiari non devono essere qualcosa di estraneo al loro stile di vita spirituale. Infatti, la spiritualità dell’amore familiare è fatta di migliaia di gesti reali e concreti» (AL 315) dove matura la comunione e Dio ha la propria dimora. La comunione vissuta bene è un vero cammino di santificazione che aiuta la famiglia ad aprire il cuore ai bisogni fraterni e all’incontro col Signore. Con chiarezza il Papa dice che «coloro che hanno desideri spirituali profondi non devono sentire che la famiglia li allontana dalla crescita nella vita dello Spirito, ma che è un percorso che il Signore utilizza per portarli ai vertici dell’unione mistica» (AL 316). Se la famiglia è aperta all’incontro col Signore e con gli altri, Lui la illumina e permette di sopportare i momenti peggiori perché tutto, «i momenti di gioia, il riposo o la festa, e anche la sessualità, si sperimentano come una partecipazione alla vita piena della sua Risurrezione» (AL 317).
Ogni famiglia ha un suo ritmo, ha i suoi gesti quotidiani per esprimere e rafforzare la sua fede. Un modo privilegiato che come sposi abbiamo è la preghiera. Quando preghiamo, sollecitiamo la volontà per volerci sempre più bene, per essere l’uno per l’altra e insieme aperti alla vita e al mondo. La preghiera in coppia rafforza il nostro amore, non è fatta di sole formule, ma è un dialogo con Dio, sicuri che la famiglia che prega insieme rimane unita. La nostra preghiera personale è accompagnata dalla preghiera della comunità che si riunisce per l’Eucaristia. «Il nutrimento dell’Eucaristia è forza e stimolo per vivere ogni giorno l’alleanza matrimoniale come chiesa domestica» (AL 318). Nel matrimonio si fa esperienza dell’amore esclusivo e libero nella sfida e nell’anelito di invecchiare e consumarsi insieme, riflettendo la fedeltà di Dio (AL 319) e scoprendo che l’altro non è di nostra proprietà ma appartiene al Signore. In famiglia si apprende anche la spiritualità «della cura, della consolazione e dello stimolo». La famiglia è il luogo della prima e costitutiva accoglienza. È il luogo che resta sempre aperto per i giovani, gli anziani, per coloro che hanno sbagliato, per coloro che sono nella sofferenza. Crediamo che le parrocchie, le associazioni, i movimenti e i gruppi, dovrebbero far propria la modalità dell’accoglienza che la famiglia esprime per sua vocazione e di cui fa dono alla chiesa. Per questo scrive il Papa che «tutta la vita della famiglia è un “pascolo” misericordioso. Ognuno, con cura, dipinge e scrive nella vita dell’altro» (AL 322) ed è profonda «esperienza spirituale contemplare ogni persona cara con gli occhi di Dio e riconoscere Cristo in lei» (AL 323). La famiglia, cellula fondamentale della società e della chiesa, ha grande capacità di resilienza e sa essere comunità educante che è evangelizzata e evangelizza perché si apre agli altri e vive il valore dell’ospitalità. In questo modo è «simbolo, testimonianza, partecipazione della maternità della Chiesa» (AL 324).
Alla fine di questo “prezioso poliedro” il Papa afferma: «Nessuna famiglia è una realtà perfetta e confezionata una volta per sempre, ma richiede un graduale sviluppo della propria capacità di amare (…). Tutti siamo chiamati a tenere viva la tensione verso qualcosa che va oltre noi stessi e i nostri limiti, e ogni famiglia deve vivere in questo stimolo costante. Camminiamo, famiglie, continuiamo a camminare! (…). Non perdiamo la speranza a causa dei nostri limiti, ma neppure rinunciamo a cercare la pienezza di amore e di comunione che ci è stata promessa» (AL 325) e conclude con una preghiera alla Santa Famiglia.
L’Esortazione apostolica ci mostra non l’“ideale” della famiglia, ma la sua realtà ricca e complessa. Vi è uno sguardo aperto, profondamente positivo, che si nutre non di astrazioni o proiezioni ideali, ma di un’attenzione pastorale alla realtà che ci aiuterà sicuramente a realizzare gli obiettivi del Progetto Pastorale e in particolare il primo: «Sentire la famiglia parte essenziale e immancabile di ogni attività pastorale, fin dal suo nascere e individuare percorsi e itinerari che rendano famiglia la stessa comunità parrocchiale».