Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste
“Commento al Vangelo di don Nicola Florio”
È questa l’esortazione conclusiva del vangelo proclamato in questa settima domenica del tempo ordinario. Un Vangelo che ci esorta, ancora una volta, a fissare il nostro sguardo su Gesù, modello e strada per giungere a quella perfezione d’amore che lui stesso ha vissuto.
Certamente Gesù è esigente, la sua esortazione scende nell’intimo dei nostri sentimenti, non ci sembra facile raggiungere tale perfezione, ma Gesù lo fa per far emergere la parte migliore di noi stessi, volendo ricordarci che noi siamo fatti a immagine e somiglianza di Dio.
“Occhio per occhio, dente per dente”. Si tratta già di un progresso nell’amministrazione della giustizia. Si metteva un limite all’odio, alla vendetta, alla ritorsione. Non si poteva causare un danno superiore a quello che si era subito. E tuttavia si accettava che si rendesse male per male.
Non si prevedeva neppure che le cose potessero andare diversamente. Gesù apre orizzonti nuovi, impensabili per la ragione umana. Non opporti al malvagio ma… amalo! Gesù è convinto che solo l’amore riesce a disarmare l’odio. Il perdono è il segno inequivocabile di quel “Regno” che è già entrato nel tuo cuore e con delicatezza vuol cambiare il mondo.
Per molti è un atteggiamento insensato, ma è lo stesso vissuto da Gesù durante la sua passione: lui è stato schiaffeggiato; il mantello gli viene prima messo e poi tolto, in segno di derisione; le sue vesti gli vengono tolte di dosso e sulla sua tunica tirano la sorte.
Lui stesso è costretto a percorrere insieme ai suoi nemici la via della croce. Sarà lui a perdonare i suoi crocifissori, mentre il suo corpo era già stato crocifisso! Dunque, quanto Gesù ci chiede nel vangelo di oggi, non sono semplici comandi ma un’anticipazione della sua passione; e solo in quest’ottica assumono pienamente un senso compiuto.
Gesù ci indica la strada dell’amore e del perdono. Certo, egli non ci chiede di lasciarci calpestare, di lasciar campo libero al malvagio. La giustizia è fondamentale per una umana convivenza. Ma le parole di Gesù affermano una grande verità: l’odio non conduce a nulla, non risolve niente. Un mondo senza perdono è disumano, spogliato della sua libertà. L’amore, invece, ci permette di essere liberi dai sentieri dell’odio, che sono vie senza uscita. Gesù è venuto a liberarci.
Durante la sua vita ha lottato contro i pregiudizi che classificano, separano, condannano, emarginano. E ci ha aperto ad una libertà, quella dell’amore. E così il perdono e la riconciliazione diventano possibili. don Nicola Florio