San Gabriele dell’Addolorata ad Isola del Gran Sasso (TE)
Il santuario di San Gabriele, nella stupenda cornice del Gran Sasso teramano, è come una perla incastonata nel verde della Valle Siciliana, così detta fin dall’antichità per il lungo soggiorno dei Siculi (ca. 1.200-800 a.C) avvenuto durante la loro migrazione dal nord-est Europa verso il sud d’Italia.
Quando nel 1215, al termine del concilio Lateranense IV, San Francesco d’Assisi, insieme al beato Anastasio, vescovo di Penne, si recò nella zona per pacificare alcune nobili famiglie in dissidio per un confine di proprietà, vi trovò una chiesetta campestre dedicata all’Annunziata. Nel 1216, sul confine contestato, iniziarono i lavori per la realizzazione di una piccola sede francescana da erigere come “monumento di pace”.
Nel corso del XVI secolo i Conventuali ristrutturarono e abbellirono sia il convento che la chiesa dell’Annunziata (questa però era divenuta dell’Immacolata e nel 1590 si era arricchita di un portale, oggi ricostruito nel chiostro).
Il convento fu abbandonato dai francescani nel 1809, in seguito alla leggi di soppressione emanate da Gioacchino Murat. Fu poi restaurato dal vescovo di Penne monsignor Domenico Ricciardoni e donato ai passionisti che vi entrarono nel 1847.
La sera della domenica del 10 luglio 1859, insieme ad altri studenti guidati dal servo di Dio Norberto Cassinelli, vi giungeva da Pievetorina (Macerata), San Gabriele che vi rimase fino alla morte avvenuta all’alba del 27 febbraio 1862. Nel 1866 il convento fu nuovamente abbandonato in seguito alla nuova soppressione voluta dal governo liberal-massonico italiano.
Nell’ottobre 1892 inizia la glorificazione di San Gabriele quando, durante l’esumazione dei suoi resti mortali, avvennero i primi strepitosi miracoli sulla sua tomba. Dopo circa due anni, nel 1894, i passionisti poterono tornare ad officiare nella chiesetta antica, divenuta meta di pellegrini.
Nel 1908, in occasione della beatificazione di San Gabriele, l’antica chiesetta, che misurava circa 12 metri, fu ingrandita e portata alle attuali 3 navate. Per la stessa circostanza il postulatore, padre Germano Ruoppolo, d’intesa con il padre Norberto ed altri conoscenti del santo, fece eseguire la statua giacente di San Gabriele, in metallo bianco. L’opera magistrale dell’orafo romano Giulio Galli, per l’insistenza dei devoti, fu poi dipinta al naturale dal pittore isolano Francesco Tartagliozzi.
A cura del nuovo postulatore padre Luigi Besi, nel 1917 venne eseguita l’urna del santo in bronzo dorato e in raffinato stile gotico, da collocare sotto il nuovo altare donato dalla Curia generale dei passionisti. Nello stesso anno fu terminata la Cappella dedicata al santo, iniziata nel 1914. In elegante stile gotico inglese, la Cappella nel suo insieme costituisce un vero capolavoro di arte sacra per i temi svolti, per la straordinaria finezza di esecuzione e per la rara policromia del cemento che sembra sfidare i graniti. La Cappella fu inaugurata solennemente la domenica del 22 febbraio 1920.
Per le feste della santificazione, avvenuta il 13 maggio 1920, sul transetto della chiesa fu eretta la Cupola e, nel 1929, il prospetto si arricchì dell’armoniosa artistica facciata, con colonne di granito rosa, sulla quale si possono ammirare 5 statue (L’Immacolata, San Paolo della Croce, San Vincenzo Maria Strambi e 2 Angeli) e 3 mosaici (San Gabriele nella gloria, la vocazione del santo, la morte del santo). Il 1° luglio 1929 la chiesa fu dichiarata “Basilica” da Pio XI.
A ridosso della colonna destra del transetto, dal 1908, un piccolo recinto protegge uno dei luoghi più cari ai devoti, la Tomba di San Gabriele, sulla quale continuano ad accadere, dal 1892, strepitosi prodigi. Qui il santo rimase sepolto dal 28 febbraio 1862 al 17 ottobre 1892, quando, con il concorso di migliaia di persone, le autorità procedettero alla ricognizione dei suoi resti mortali.
Gli affreschi dell’abside raffigurano, insieme ad Angeli ed Arcangeli, i santi patroni della zona (Francesco d’Assisi, Tommaso apostolo, Cassiano martire, Antonio di Padova). Sul catino si può ammirare la gloria di San Gabriele, sopra l’altare maggiore un quadro dell’Immacolata.
In alto, a sinistra della Cappella, nel 1968 fu collocato il busto di Giovanni XXIII con l’iscrizione commemorativa in latino: “Il giorno 10 aprile 1959 / il sommo Pontefice Giovanni XXIII / dichiarò solennemente / l’angelico giovane / GABRIELE DELL’ADDOLORATA / religioso passionista / Celeste Patrono/di tutto l’Abruzzo”.
I tesori di santa Madre Chiesa
Non a caso, Dio che è “l’Amore” e bellezza infinita per eccellenza, è senza ombra di dubbio il più grande ispiratore delle più grandi opere d’arte al mondo. E se pensando a come dei semplici blocchi di marmo sono diventati ad esempio opere come il Cristo Velato e la Pietà di Michelangelo si può provare a immaginare la fede dei dei suoi autori. Quanto stupore ha saputo suscitare nelle mani d’uomo il figlio di Dio?
Santa Madre Chiesa ha un incredibile patrimonio di opere d’arte che avvicinano l’anima dell’uomo a Dio. Ogni martedì pubblicheremo uno di questi patrimoni.
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