“Rimanere sulla barca per placare ogni tempesta”

(Commento al Vangelo di don Silvio Santovito)

Domenica scorsa, Gesù ci ha presentato la sua proposta di mondo nuovo, con il criterio della condivisione dei pani, che è il criterio di Dio, i pani sono bastati per tutti e sono anche avanzati. Segno che le risorse messe a disposizione da Dio per l’umanità sono sovrabbondanti ma non distribuite secondo il criterio della condivisione. Spesso nella spartizione dei beni prevale l’egoismo con conseguente accaparramento e sopraffazione nei confronti dei più deboli. Gesù vuole aiutarci ad assimilare nella nostra vita la storia della sua vita donata per amore e per questo, sempre domenica scorsa, aveva fatto riferimento fortemente alla celebrazione delle nostre eucaristie, nelle quali mangiandolo assimiliamo la sua vita per poi vivere la nostra sulla proposta sua.

Dobbiamo essere sempre attenti a rendere vere le nostre celebrazioni eucaristiche, perché qualche volta vengono vissute solo come un rito a cui partecipare per evitare il peccato o peggio ancora dobbiamo impegnarci a non rendere le nostre eucaristie una menzogna, ciò avviene quando facilmente affermiamo di essere tutti figli dello stesso Padre del cielo, tutti fratelli vivendo diversamente la vita nella più piena indifferenza verso i fratelli più bisognosi che richiedono il nostro servizio d’amore.

Il vangelo della condivisione dei pani si concludeva, domenica scorsa, dicendo che il pane aveva saziato tutti i presenti ed erano state raccolte dodici ceste piene di pani avanzati, una per ogni discepolo.

Dove avranno portato questo pane avanzato i discepoli? Cosa ne dovranno fare secondo le intezioni di Gesù? Accompagnano i dodici nel vangelo di oggi per vedere dove è chiesto loro di portare questo pane.

Con il vangelo di questa domenica, si vuole dare risposta alle sofferenze delle prime comunità cristiane che dopo pochi decenni della morte di Gesù vivevano le crisi interne e le persecuzioni, ma anche alle nostre comunità cristiane che ugualmente vivono crisi interne con scandali e prevaricazioni come anche vivono lo scontro con le mentalità e le mode del mondo che creano muri e barriere nell’annuncio di Gesù.

Gesù ordina ai discepoli andare all’altra riva, dentro una barca, messa fortemente alla prova fuori e dentro, hanno una certa paura e non vorrebbero avventurarsi, sono scoraggiati, devono attraversare il mare per andare incontro ai pagani, è lì che devono portare l’annuncio dell’amore di Gesù e lì che simbolicamente devono andare a distribuire quel pane avanzato, devono sfidare le onde che sono le mentalità chiuse, grette dei pagani, sono al buio segno di disorientamento, che anche noi oggi proviamo quando ci viene da pensare che impegnarsi per il regno dei cieli non serve a nulla.

In tutta la scena Gesù è presentato da solo, sul monte, raccolto in preghiera indica il compimento della vita di Gesù che è entrato nel mondo di Dio dopo aver donato la vita per amore.

L’uomo spesso pensa di essere abbandonato da Dio in balia delle onde del mondo, la paura gli impedisce di riconoscere la presenza di Gesù al suo fianco al punto da pensare che la morte e il male possono avere potere anche su Gesù che diventa quasi un fantasma, così ci si deimentica che la morte non ha alcun potere sulla vita di Gesù e che Lui ha promesso di essere con i suoi sempre, accanto ad ognuno fino alla fine del mondo. Solo gli occhi della fede ci permettono di riconoscere Gesù, vincere la paura e unire la nostra vita totalmente alla sua.

Di fronte a questa scena i cristiani si chiedono perchè Gesù non da a noi la sua stessa vita divina per farci vincere definitivamente la paura. Troviamo la risposta nella esperienza di Pietro che vuole fare questo tentativo, fare quello che Gesù sta facendo, camminare sulle acque, ma scendendo dalla barca viene avvolto dalla paura, comincia a dubitare, affiora la sua poca fede e di conseguenza comincia ad affondare. Per avere la vita divina di Gesù, bisogna rimanere nella barca della chiesa, se si scende si è soli, non si ha riferimenti e si affonda nella vita melmosa del mondo. Quando accogliamo Gesù sulla barca della chiesa tutto si placa e si calma, ogni cosa ritrova il suo posto e la sua luce, e la traversata della vita diventa serena e carica di gioia.

SE VUOI ESSERE FELICE, SPERIMENTARE LA GIOIA, DARE UN SENSO VERO ALLA TUA VITA, VINCERE LE PAURE, SUPERARE LE DEPRESSIONI, LASCIA ENTRARE IL VANGELO NELLA TUA VITA E NEL TUO CUORE E VIVI A PIENO LA PROPOSTA DI GESÙ’: AMATEVI GLI UNI GLI ALTRI COME IO HO AMATO VOI.

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