Raffaele Mucilli, mani a servizio del presbiterio della chiesa di San Nicola
Raffaele Mucilli, artista sansalvese nato a Castiglione Messer Marino il 14 aprile del 1953, è lo scultore a cui il parroco don Beniamino Di Renzo ha commissionato le opere che andranno a caratterizzare il nuovo presbiterio della chiesa di San Nicola Vescovo di San Salvo.
Sposo di Antonietta, padre di Elvira, Michelangelo e Giordano e nonno di Davide, Linda, Maria Antonietta e Raffaella, Raffaele è un artista con una storia davvero unica.
Sin dai primi anni di vita sentiva forte la soddisfazione e la gioia di realizzare cose nuove che potessero suscitare sensazioni belle e positive anche negli altri. La sua prima vera grande opera risale all’età adolescenziale quando volle ricostruire le mani un Cristo dalle braccia alzate che era stato posto in una grotta fatta scavare dal parroco del suo paese, don Vincenzo Gasbarro, distrutte da alcuni ragazzi che si divertivano a lanciare dei sassi. Osservando le sue mani aveva riprodotto, nei minimi dettagli, le mani della statua e poi risistemate con l’ausilio di perni, con un pezzo di pietra della Majella.
Un’opera, questa, che ha quasi il sapore di profezia per quanto sta realizzando ora per la chiesa di san Nicola.
Molto della sua formazione artistica la deve agli insegnanti del liceo artistico “Misticoni – Bellisario” di Pescara dove ha ricevuto un importante input sull’arte moderna che ha influito in maniera determinante e decisa sulla sua evoluzione. In questo contesto si è innamorato delle “forme” come elemento che sa e può donare carattere, fondamenta e sostanza a ogni opera.
Nel 1979 Mucilli ha realizzato l’altare e il battistero della chiesa di San Nicola di San Salvo. Furono delle opere giovanili realizzate in cemento e che partendo da un’idea ne seguiva la realizzazione senza seguire uno studio specifico. L’altare voleva ricordare una sorta di rete per simboleggiare il pescatore di uomini. Il battistero riproduceva l’idea di una figura inginocchiata che riceveva il battesimo.
La scultura è un’espressione artistica che Raffaele ha sempre sentito molto forte dentro di lui e a cui ha potuto dare voce solo quando è andato in pensione nel 2015.
Era questa una voce che prediligeva delle “forme armoniose” che hanno dato un nuovo stile e un nuovo modo di concepire le sue opere. “Amo unire le varie forme per creare armonia” – afferma Mucilli che riesce perfettamente nelle sue intenzioni, indirizzando il lavoro verso lo studio della scultura e avendo come fine la ricerca armonica.
Tutti gli studi e l’esperienza maturati negli ultimi anni insieme alle indicazioni del committente, don Beniamino Di Renzo, stanno dando vita a elementi del presbiterio ricchi di armonia e densi di significati legati al Cristo vivente. Tutte le opere scultoree sono realizzate nel bianco marmo di Carrara attraversato dalle sue venature grigie così particolari in grado di dare il senso del movimento.
La tecnica utilizzata è quella della subbiatura, una sorta di scalpellatura realizzata dalla subbia, un particolare attrezzo appuntito in acciaio che si consuma man mano nell’atto dello scalpellio.
“Amo profondamente la subbiatura perché da forza e carattere alla forma e all’oggetto” – sottolinea l’artista.
Il fonte battesimale caratterizzato da una forma classica a facce ottagonali, poggia su un basamento circolare. La parte superiore sarà caratterizzata da una vasca interna dalla quale deborderà il flusso di acqua.
L’altare, come prescritto dalla normativa liturgica sarà a pianta quadrata e realizzato in in unico blocco marmoreo. Sarà arricchito da un particolare in mosaico che l’avvolgerà per tutto il centro quasi come un caldo abbraccio. Il mosaico partirà con il color oro fino a divenire un rosso vivo per rappresentare le piaghe di Nostro Signore dalle quali scaturisce la nostra salvezza.
La sede del celebrante, le sedute laterali e le due acquasantiere richiamano lo stile e la forma dell’altare.
Molto particolare è l’ambone realizzato con due gradoni racchiusi in due setti laterali dai quali si innalza una colonna che sorregge il leggio. Su di esso è ripreso il mosaico che parte dall’oro per divenire l’azzurro che scende fino a terra: è il segno della Parola di vita che, come un fiume, disseta il cristiano.
“Con il mio subbiare sui marmi di queste opere, destinate a ospitare i sacramenti della nostra salvezza, voglio innalzare una preghiera al mio Dio per tutte le piaghe di questo nostro tempo” (Raffaele Mucilli)