Questione di preposizioni.
VII settimana di Pasqua – Mercoledì
Commento al Vangelo – Gv 17, 11-19
A cura di don Giovanni Boezzi
Di, a, da, in, con, su, per, tra, fra: ce lo ricordiamo tutti l’elenco delle preposizioni. Vengono spesso bistrattate come qualcosa di intuitivo e ovvio, ma in realtà le preposizioni descrivono il rapporto con le cose, la relazione tra gli oggetti e i soggetti che compongono la realtà. Insomma, non è una sterile discussione sulla precisione della lingua italiana, ma è questione di vita o di morte.
Gesù ha detto più volte che noi siamo “per” il mondo. La vita donata ai fratelli e alle sorelle è il sale dell’esistenza, è ciò che rende liberi e davvero gioiosi, è la strada per costruire sé stessi come figli amati e fratelli perdonati.
Gesù oggi ci dice che noi non siamo “del” mondo. Questa è la libertà che ci dona Dio: poter essere pecore nere in un mondo di pecore bianche, poter andare controcorrente e non contribuire ad un sistema ingiusto, oppressivo e disumanizzante. È questa la libertà che ci è donata con il battesimo, la possibilità cioè di disinnescare il sistema di male nel quale nasciamo.
Al tempo stesso Gesù ci dice che non ci toglie “dal” mondo, perché restiamo “nel” mondo. Questo è l’orizzonte della vita e la nostra grande fatica: stare nelle situazioni che la vita, giorno dopo giorno, ci offre. Sono spesso situazioni difficili, contraddittorie, complicate. A volte non riguardano noi personalmente, ma basta accendere la TV per vedere come il mondo è martoriato da questioni davvero assurde, da eventi che ci fanno venire voglia di dire “fermate il mondo, voglio scendere”.
Ma è proprio qui che è maggiormente necessario, allora, comprendere cos’è l’amore. Perché in fondo speriamo e sappiamo che è questa la chiave per aprire il cuore di ogni persona, è questo ciò di cui il mondo ha particolarmente sete.
Siamo “una cosa sola” con Dio, per il mondo, nel mondo, ma non del mondo: sembra un giochetto di parole, ma segna tutta la fatica e la bellezza della vita cristiana.
Oggi prego con il salmo 67.
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Dal vangelo secondo Giovanni (17, 11-19)
In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:] «Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi. Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.
Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità».