“Potevo vendicare il torto ricevuto ma ho scelto di essere un inviato di Dio”
(Commento al Vangelo di don Enzo Falasca)
“A due a due” non significa “a coppie” ma “con un altro”… da amare, con cui essere unito. È questo che rende efficace l’annuncio: l’unità, la comunione. Tutti sapranno che siamo discepoli di Cristo, non da quanto lo amiamo ma da quanto “ci amiamo”.
Un Padre della Chiesa racconta che la gente, fuori dalla chiesa, vedendo uscire i cristiani, diceva: “Guardate come si amano”.
L’altro con cui il Padre mi manda non è sempre lo stesso: è il mio confratello sacerdote, mio marito, mia moglie, mio figlio, il mio collega, il mio amico, il mio nemico.
Per un periodo un uomo mi ha trattato male e tutti lo hanno saputo. Un giorno, dovendo fare un lavoro, l’ho fatto fare proprio a Lui. È stata una grazia, me ne rendo conto! Quel giorno avrei potuto vendicare il torto ricevuto. Invece mi sono ricordato che il Signore in quel momento mi mandava con lui “a due a due”.
Credo che la mia gente non ricorderà quasi nessuna delle mie omelie, ma questo gesto difficilmente lo dimenticherà.
Forse qualcuno mi avrà giudicato sciocco, pauroso, ingenuo. Io invece mi sono sentito “inviato”.