A Natale il “Pranzo d’Amore” nella casa circondariale di Vasto: “Grazie perché per un giorno, ci avete fatto sentire come se fossimo fuori”

Prendi cento detenuti, uno chef stellato e due suoi aiutanti, cinque sacerdoti, un gruppo di una ventina di volontari, due artisti un insegnante di religione e quattro alunni di un istituto alberghiero, ed ecco che nasce una giornata di condivisione e di storia di una quasi improvvisata comunità in uno spazio inusuale per un pranzo davvero unico: un pranzo d’amore che ha unito detenuti, operatori penitenziari e ospiti esterni in un gesto di autentica fraternità.

Il luogo inusuale dell’intreccio di storie e di uomini e donne che vivono su un’unica stessa barca, la barca dell’umanità con tutte le sue ferite, errori, gioie e sofferenze, è stata la Casa Circondariale di Vasto che per la prima volta, ha ospitato “L’ALTrA Cucina… per un Pranzo d’Amore”. L’iniziativa è organizzata dall’Associazione Prison Fellowship Italia onlus, in collaborazione con il movimento ecclesiale Rinnovamento nello Spirito Santo, Fondazione Alleanza del RnS e Ministero della Giustizia. Un evento questo che ha coinvolto oltre 44 carceri di tutta Italia nella giornata di giovedì 19 dicembre 2024.

I primi ad arrivare, intorno alle ore 8:00, sono stati i volontari dei gruppi del Rinnovamento nello Spirito di Vasto e dei paesi limitrofi e la docente Milena Fioriti insieme ai suoi alunni Angelica, Nausika, Francesco e Luna.

Appena entrati nella struttura si sono messi subito all’opera per allestire tavoli e ad apparecchiare per oltre centotrenta coperti.

In tarda mattinata don Nicola Del Bianco ha officiato la messa nella cappella della Casa Circondariale. A concelebrare c’erano altri 4 sacerdoti: padre Tonino Levita, don Silvio Santovito cappellano della struttura, don Raimondo Artese e padre Giancarlo Marinucci che ha toccato letteralmente i cuori dei presenti con la sua toccante testimonianza. “Ero sull’orlo di farla finita quando ho incontrato una luce che mi ha cambiato la vita.. il nostro paradiso lo possiamo vivere già qui se comprendiamo il valore delle relazioni.. anche qui in carcere e anche se abbiamo sbagliato possiamo vivere nel senso più autentico una comunità dove ognuno diventa strumento di salvezza dell’altro. La libertà non è un fatto fisico ma essenzialmente interiore…puoi stare in qualsiasi posto, anche in carcere e sentirti libero dentro” – ha affermato il padre cappuccino.

Dietro ai fornelli per la preparazione del pranzo c’è stato Nicola Fossaceca, master chef stella Michelin, coadiuvato da due suoi collaboratori e da due detenuti.

Detenuti e autorità hanno potuto gustare un menu raffinato come nel rinomato ristorante “Al Metrò” di San Salvo (CH): Mazzancolle Patate capperi e rape come antipasto; primo di Risotto cacio e pepe; Triglia e vitello come secondo e Pizza dolce abruzzese come dessert. I piatti serviti non erano solo un’esperienza culinaria di alto livello, ma un modo per creare connessioni profonde attraverso il linguaggio universale del cibo. Il menu, studiato nei dettagli, ha mescolato tradizione e innovazione

Ad allietare il pranzo ci hanno pensato i due artisti Palumbo Franco e Tornese Elpidio, le cui esibizioni hanno spinto alcuni detenuti a cimentarsi in coinvolgenti canzoni napoletane e break dance. Dopo il saluto e i ringraziamenti di Giuseppina Rossi, la funzionaria giuridico pedagogica nella Casa Circondariale di Vasto e di Mauro Mencarelli, coordinatore regionale del Rinnovamento d’Abruzzo a tutti coloro che sono stati le menti, i cuori, le mani e le braccia che hanno permesso materialmente di vivere questa intensa giornata di fraternità, i detenuti hanno ricevuto in dono caffè e cioccolatini.

“Ringrazio con affetto tutti coloro che in tanti modi ci hanno aiutato a rendere speciale questa giornata: Sara per i centrotavola e i palloncini, Marta e le sue ragazze per i segnaposto, Antonella, Rosalia e tutti i volontari del RnS che hanno servito a tavola con cura e gentilezza, grazie davvero a tutti per il dono del vostro tempo !” – ha sottolineato la Rossi.

Erano presenti inoltre la Direttrice d.ssa Lucia Avantaggiato e Comandante di Reparto della Polizia Penitenziaria Isp. Vincenzo Stabile, Giuseppe Vitolla e Doralice Di Fabio della Sanità Penitenziaria, CAMPANELLA Luigi che aiuta a gestire l’Azienda agricola della struttura, CIFFOLILLI Antonietta Preside Istituto Agrario di Scerni, DEL BORRELLO Michele presidente Lions Club Vasto, DI BARTOLOMEO Angelo della Caritas Diocesana, Piccirilli Martina del CPI di Vasto, ELISIO Marta referente della P.M.I Services, LEONARDI Andrea dell’UEPE di Pescara, PALUCCI Quintino CPIA di Chieti-Pescara, PICCIRILLI Martina del Centro per l’Impiego di Vasto, RIVELLINO Laura della Protezione Civile di Casalbordino, BOSCO Anna  Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Vasto.

A concludere l’evento la toccante e costruttiva testimonianza di Anna Santoro sull’affido: “Mi era stato chiesto di parlare di affido familiare ad un gruppo di internati della Casa Lavoro. Li ho visti lavorare tanto per sistemare i numerosi tavoli e sedie dopo il pranzo, così ho chiesto loro se in fondo avevano fatto quel servizio perché si sentivano di ringraziare per quella iniziativa che li aveva coinvolti e, in un certo senso, restituire una parte del dono che avevano ricevuto. Mi hanno risposto che in effetti era così e allora ho provato a descrivere la gioia che viene dall’accorgersi dei meravigliosi doni che ogni giorno riceviamo gratuitamente: la vita innanzitutto, la salute, gli affetti. Quando ti senti inondato di doni, provi il desiderio, direi quasi il bisogno, di restituire una parte di quella bellezza. E allora ognuno lo fa come può. L’affido familiare è uno dei modi più belli che io, mio marito e la mia famiglia abbiamo vissuto: accompagnare un’altra famiglia che vive un momento difficile per un tratto di strada, condividere la fatica e guardare con speranza  al futuro. Al termine della mia testimonianza ognuno dei presenti, chi più timidamente, chi con forza e un po’ di dolore, ha raccontato la sua esperienza. Qualcuno aveva vissuto da bambino in casa famiglia, qualcuno aveva parenti o amici dai quali i figli erano stati allontanati… quasi tutti erano papà che sentono forte il desiderio di vedere i propri figli vivere una vita diversa dalla loro. Sono certa che è stato un incontro che ha lasciato qualcosa in ognuno di noi. In me sicuramente.

“L’ALTrA Cucina… per un Pranzo d’Amore” vissuto quest’anno a Vasto e negli altri carceri di Italia, vuole sottolineare l’importanza di riconoscere la dignità e il valore di ogni persona, indipendentemente dal proprio percorso di vita usando la cucina come uno strumento di dialogo e riconciliazione. In un periodo dell’anno in cui il significato della solidarietà è particolarmente sentito, questa iniziativa ha ricordato a tutti coloro che a qualunque titolo hanno partecipato all’iniziativa, che ogni persona merita un’opportunità per riscoprire la propria umanità.

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