Omelia di Bruno Forte per l‘Ordinazione Diaconale di Carlo Di Francesco
Pubblichiamo di seguito l’omelia dell’vescovo Bruno Forte in occasione dell’ordinazione diaconale di Carlo Di Francesco a Cupello.
Carissimo Carlo,
Cari Educatori del Seminario Regionale, Caro don Nicola, Parroco di questa Comunità, Cari Sacerdoti e Diaconi, carissimi tutti! In questa solennità dell’Epifania del Signore – festa della luce venuta a illuminare il mondo – la prima lettura, tratta dal libro del profeta Isaìa (60, 1-6), rivolge a ciascuno di noi un invito accorato a lasciarci rivestire della luce, che fa brillare su chi l’accolga la gloria dell’Altissimo: “Àlzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te”.
Lo splendore di questa luce risalta ancora di più al confronto con le tenebre che avvolgono il mondo e la vita: “Poiché, ecco, la tenebra ricopre la terra, nebbia fitta avvolge i popoli; ma su di te risplende il Signore”. Si tratta di uno splendore che attira a sé tutte le genti: “Cammineranno le genti alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere… Verrà a te la ricchezza delle genti”.
L’universale pellegrinaggio dei popoli porterà, dunque, al Dio vivente “oro e incenso”, proclamandone la gloria nel tempo e per l’eternità. Attraverso questa visione di singolare bellezza, ci vengono annunciate tanto l’universalità della salvezza, offerta nel Dio che si è fatto uno di noi, quanto la forza di attrazione che la Gloria venuta ad abitare nell’umiltà della storia eserciterà su ogni cuore che sia aperto alla luce.
In questo scenario, carissimo Carlo, si colloca anche la Tua chiamata a divenire servo del Signore nel ministero del diaconato: da Lui Ti è chiesto di accogliere la Sua luce, dimorando in essa e lasciandola dimorare in Te, per irradiarla poi con una tale eloquenza di parola e di vita, che chiunque Ti incontri possa sentirsi attratto dalla luce e dalla bellezza di Dio. Il Tuo diaconato dovrà essere, dunque, servizio appassionato della Parola che illumina il mondo, esercitato con le parole e l’eloquenza dei gesti e della vita intera.
Tutto in Te dovrà dire Lui, il Cristo, luce delle genti, venuto a illuminare ogni uomo che si apra al dono per essere rigenerato nella luce che non tramonterà mai. Sii diacono testimone della luce e attrai ogni cuore che Ti sarà dato di raggiungere all’unica, vera luce che brilla nelle tenebre, quella del Figlio eterno nato fra noi e per noi. Come adempiere a una missione così esigente? Come corrispondere a un tale carico di responsabilità davanti a Dio, alla Chiesa e al mondo?
È la seconda lettura a darci risposta: tratta dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni (3, 2-3. 5-6), essa ci presenta quello che lo stesso Apostolo chiama “il ministero della grazia di Dio, a me affidato a vostro favore”. Tre sono gli elementi costitutivi di questo ministero: esso è conferito grazie alla rivelazione, che apre alla conoscenza del mistero; ignoto alle precedenti generazioni, è stato “rivelato ai santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito”; e consiste nel chiamare tutte “le genti, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa 2 per mezzo del Vangelo”.
È quanto può dirsi a pieno titolo per l’ordine del diaconato, di cui oggi vieni fatto partecipe: si tratta di un dono dall’alto, che si compie per mezzo dello Spirito ed è finalizzato a raggiungere tutte le genti, affinché vengano fatte partecipi della vita nuova donata nel Signore Gesù e che ci fa Suo Corpo nella storia, Chiesa di pellegrini in cammino verso la patria del cielo, resa tale dall’accoglienza e dall’annuncio sempre nuovi del Vangelo. In questa luce, il ministero diaconale si concepisce totalmente al servizio della vita e della crescita del popolo di Dio, ministero ecclesiale per annunciare la Parola che convoca e salva, per conferire la grazia della vita nuova nelle acque del battesimo e per mostrare al mondo il volto della carità divina nell’esercizio umile e concreto della carità verso chi più ha bisogno.
Servo per amore del Vangelo e dei poveri: questo vuol dire essere diacono, questo oggi Ti è chiesto, non per i Tuoi meriti, ma perché fatto partecipe della grazia di Dio in Gesù Cristo, che può renderti tale al di là di ogni umana capacità e misura. Infine, è il testo tratto dal Vangelo secondo Matteo (2, 1-12), a evidenziare i tratti della missione che oggi Ti viene affidata: come i Magi venuti dall’Oriente alla ricerca del Bambino, così riconosciti chiamato ad essere un ardente cercatore del volto del Signore, per trasmettere a quanti incontrerai questa sete che spinge alla ricerca del Dio con noi.
Come i Magi che avanzarono sotto la guida della stella, così cammina nella notte della vita lasciandoti guidare dalla stella che è la Parola di Dio, trasmessa vitalmente nella Chiesa, per ascoltarla, meditarla, annunciarla in ogni tempo e stagione: sii un innamorato uditore della Parola e un instancabile annunciatore di essa. E infine, come i Magi che adorarono finalmente il Bambino con grandissima gioia e gli offrirono i loro doni per poi tornare per un’altra strada al loro paese, così anche Tu metti a fondamento di ogni Tuo agire l’adorazione di Dio, l’offerta generosa della Tua vita in dono, per poter poi portare nella quotidianità del Tuo impegno la luce ricevuta e l’amore che riscalda il cuore e dà senso e bellezza alle opere e ai giorni. Sii un fedele adoratore di Dio, che tutto dona di sé a Lui per tutto donare di Lui a quanti Egli vorrà affidarti: e siilo nella comunione fedele, generosa e obbediente con la Chiesa e il Tuo Vescovo, del quale con questo ministero diaconale diventi speciale aiuto e collaboratore.
E la Vergine Madre di Gesù e nostra, alla cui Natività è consacrata questa bella Chiesa della Tua Parrocchia di origine, Ti accompagni con la Sua tenerezza materna. È tutto questo che chiediamo per Te, carissimo Carlo, in questo giorno di grazia della Tua ordinazione diaconale, con le parole di Sant’Agostino, grande cercatore di Dio che, quando ebbe finalmente la grazia di incontrarLo, ne fece ragione di tutta la sua vita e missione, tutto di sé ponendo al Suo servizio, facendosi vero diacono in Cristo diacono, senza risparmio alcuno.
Prega dunque Agostino: Signore Gesù, 3 conoscermi, conoscerti, non desiderare null’altro che Te, dimenticarmi e amarti, agire solo per amor tuo. Umiliare me, esaltare Te. Non avere altri che Te nella mia mente, morire a me stesso per vivere in Te. Qualunque cosa accada, riceverla da Te. Rinunciare a me per seguirti, desiderare di seguirti sempre. Fuggire me stesso, rifugiarmi in Te, per essere difeso da Te. Temermi e temerti, per essere accolto fra i Tuoi eletti. Diffidare di me, confidare in Te solo. Voler obbedire a causa Tua. Non attaccarmi a null’altro che a Te, essere povero per Te. Guardami e Ti amerò: chiamami perché Ti veda e di Te eternamente goda. Amen!