Ogni volta che la nostra esistenza si converte al bene, avviciniamo Dio alla nostra quotidianità
(Commento al Vangelo di don Gianluca Bracalante)
La Parola di Dio di questa domenica ci invita a declinare nella nostra vita due azioni importanti: il convertirsi e il credere. Questo Vangelo per troppo tempo è stato intronizzato nella nicchia vocazionale dei preti, dei frati e delle suore, invece è l’annuncio per tutti coloro che vogliono portare il sapore della Buona Notizia di Gesù nella parabola della propria esistenza.
Qual è questa notizia che cambia la vita? È l’annuncio del Regno di Dio che si compie. Il Regno di Dio non è il paradiso, ma è la vicinanza di Dio nella vita. Ogni volta che la nostra esistenza si converte al bene, al buono e al vero noi avviciniamo Dio alla nostra quotidianità, portiamo il suo Regno nella nostra vita. Questa è la conversione.
Essere pescatori di uomini non significa diventare preti o suore, ma indica che la vocazione di ogni essere umano sta nel togliere l’altro dalla morte, dal male, da ciò che non è vita, a rinunciare alle comode sicurezze del potere, alle ingannevoli seduzioni della mondanità, alla vuota presunzione di crederci autosufficienti, all’ipocrisia di curare le apparenze.
Essere pescatori di uomini lascia intendere che ad ognuno di noi è richiesto la responsabilità di far innamorare l’altro della vita buona del Vangelo. Sant’Agostino diceva: “Ho paura che Gesù passi e io non me ne accorga”. Nel contesto odierno cioè di un cristianesimo convenzionale vale a dire senza Cristo questa frase la possiamo cambiare dicendo: “Vedo il Signore che passa ma non mi interessa”.
Il paradosso è che tale frase è pronunciata dalla vita di chi siede nei banchi della domenica nelle nostre parrocchie. A tale proposito mi torna in mente il dialogo struggente e drammatico tra il Grande Inquisitore e Gesù di Dostoevskij. Alla vita Buona del Vangelo che chiede di cambiare rotta per dare il cuore al Signore Gesù noi preferiamo la sterilità della religione fai da te, dei riti che ci fanno sentire al sicuro ma che non scalfiscono il nostro vissuto e come l’Inquisitore chiediamo a Gesù di andarsene perché il suo Vangelo non ci interessa.
Don Gianluca Bracalante