Nelle chiese mancano bambini e giovani? Ma dove e quanti sono gli adulti innamorati di Cristo?
Spesso vescovi e sacerdoti si lamentano che in chiesa ci sono pochi giovani e pochi bambini e si concentrano con iniziative che abbiano attrattive per questa fascia di età e con una sorta di sentire comune “gli adulti oramai sono persi e non serve che pensiamo a loro, …non c’è modo di raggiungerli…”
Eppure se ci riflettiamo bene la mancanza di bambini e giovani è proprio una conseguenza della mancanza di adulti non innamorati di Cristo e che vivono la loro vita da risorti. Come ci possiamo lamentare di non avere giovani quando spesso per gli adulti la fede si riduce a una sorta di ritualismi, credenze e tradizioni popolari svuotate di Dio? All’età di 20 anni mi sono innamorata di Dio grazie a un adulto (Carlo Di Pietro che che forse all’epoca aveva oltre i 50 anni e che dopo aver vissuto lontano da Cristo se ne era poi innamorato. Il suo parlare del Dio vivente che aveva cambiato la sua storia risuonavano come fuoco alle mie orecchie.
Dove sono oggi questi adulti innamorati di Cristo? La maggior parte degli adulti che si professano cristiani sono o persone che vivono la fede in maniera intimistica e individualista o si nascondono dietro il dito “sono credente ma non praticante“. Affermazione questa che è una vera e propria contraddizione interna. Può un’uomo dire a una donna “ti amo, ma vediamoci solo in poche occasioni, ognuno a casa sua.” Può essere amore vero questo?
Quanti sacerdoti si preoccupano di portare avanti dei percorsi per far innamorare anche gli adulti che vedono in chiesa di Cristo o portano avanti una pastorale familiare che si possa incarnare nelle loro difficoltà e nella loro quotidianità?
Questa domanda sorge spontanea quando si osserva la realtà delle nostre comunità cristiane. Molti sacerdoti lamentano la scarsità di giovani in chiesa, ma pochi si interrogano sul fuoco della fede che arde negli adulti.
La fede adulta: una fiamma che si spegne
In Italia, la pratica religiosa è in calo. Nel 2022, solo il 18,8% degli italiani partecipava a un rito religioso almeno una volta a settimana, mentre il 31% non vi partecipava mai, se non per eventi speciali come matrimoni o funerali. Tra i giovani, la situazione è ancora più preoccupante: solo il 10,9% dei giovani tra i 18 e i 34 anni si definisce praticante.
Questi dati riflettono una realtà più profonda: una fede vissuta in modo individualista, lontano dalla comunità ecclesiale. Molti si definiscono cattolici, ma vivono la fede in modo privato, senza partecipare attivamente alla vita della Chiesa.
La catechesi e testimonianza di vita degli adulti: una necessità urgente
La catechesi degli adulti è fondamentale per rigenerare la fede nelle nostre comunità. Non si tratta solo di trasmettere conoscenze, ma di accompagnare gli adulti a vivere la fede in modo maturo e consapevole. Una fede che si incarna nella vita delle persone e diventa come un fuoco che non ti permette di parlare sempre da innamorato di Cristo e impegno e responsabilità e servizio nella famiglia, nel lavoro e nella società.
Gli adulti sono i primi testimoni della fede per i bambini e i giovani. Se gli adulti non vivono la fede con passione e coerenza, è difficile che le nuove generazioni si avvicinino alla Chiesa. La fede non è solo un insieme di credenze, ma una relazione viva con Cristo che trasforma la vita quotidiana.
La Chiesa tutta dovrebbe occuparsi di nutrire tutto il popolo di Dio, nessuno escluso dando nutrimento a ciascuno secondo le proprie necessità di fede: cibo liquido per i lattanti e cibo solido per gli altri.
Non ci si può preoccupare solo di bambini e giovani perché sono più scenografici nelle chiese.
La vera sfida per la Chiesa di oggi è quella di risvegliare la fede negli adulti, affinché diventino testimoni credibili per le nuove generazioni. Solo con adulti innamorati di Cristo le parrocchie potranno diventare luoghi di vera evangelizzazione e formazione.