Nella ricerca dei Magi: la nascosta impazienza di ogni essere umano
(Commento al Vangelo di don Simone Calabria)
A Natale è Dio che cerca l’uomo. All’Epifania, è l’uomo che cerca Dio. Perché Dio è sempre da scoprire. Se c’è una cosa che può offendere Dio, è quella di pensare di conoscerlo riducendolo a nostra misura, mentre Dio va sempre oltre.
“Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da Oriente a Gerusalemme”.
Non ci sono più i pastori, sono tornati alle loro greggi, e anche gli angeli hanno svolto il loro compito. Non c’è più la mangiatoia, ma c’è una casa, cui Giuseppe ha provveduto. Anche il racconto si fa più solenne e i personaggi non sono più degli sprovveduti pastori, ma degli studiosi: al posto degli
angeli c’è una stella e ci sono dei conoscitori del cielo, gente che scruta gli astri e ne interpreta l’andamento. C’è un re e i suoi consiglieri, interpreti delle Sacre Scritture, che lo attorniano.
I Magi, saggi e ricchi signori dell’Oriente, studiosi delle stelle, assetati d’infinito, vengono da lontano, stanno compiendo una ricerca, attratti da un segno da decifrare, più difficile di quello dato ai pastori – gli angeli avevano una voce! –, e dunque non possono rivolgersi a gente qualunque per avere informazioni.
Sono entrati nel palazzo di un re e pensano di trovare da lui la risposta alla questione della stella, che però, nel frattempo, è scomparsa.
I Magi erano partiti per Dio? No, era bastata una stella a ridestare dentro l’uomo il desiderio di partire, di lasciare la propria terra e di intraprendere un viaggio magari difficile e rischioso. Ci sono tre azioni dei Magi che orientano il nostro cammino incontro al Signore, che oggi si manifesta come luce
e salvezza per tutte le genti.
- “Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo”: Vedere la stella, volgere lo sguardo al cielo. Questa è la prima azione, il punto di partenza. Chiediamoci: ma perché solo i Magi hanno visto la stella? Forse perché in pochi avevano alzato lo sguardo al cielo. Spesso, infatti, nella
nostra vita ci accontentiamo di guardare per terra, le cose mondane: bastano la salute, qualche soldo e un po’ di divertimento. Ma noi, sappiamo ancora alzare lo sguardo al cielo? Sappiamo sognare, desiderare Dio, attendere la sua novità, o ci lasciamo trasportare dalla vita? I Magi non si sono
accontentati di vivere normalmente. Hanno intuito che, per vivere davvero, serve una mèta alta e perciò bisogna tenere alto lo sguardo.
Ma, potremmo chiederci ancora: perché, tra quanti alzavano lo sguardo al cielo, tanti altri non hanno seguito quella stella? Forse perché non era una stella che splendeva più di altre. La stella di Gesù non acceca. Chiediamoci: quale stella scegliamo nella vita? Ci sono stelle abbaglianti, che suscitano
emozioni forti, ma che non orientano il cammino come il successo, il denaro, la carriera, gli onori, i favoritismi. Sono come delle meteore: brillano per un po’, ma si spaccano presto e il loro bagliore svanisce. Sono stelle cadenti, che fanno cambiare strada anziché orientare. La stella del Signore, invece, non è sempre splendente, ma sempre presente; è mite; ti prende per mano nella vita, ti accompagna. Non promette ricompense materiali, ma garantisce la pace e dona, come ai Magi, “una gioia grandissima” . Chiede, però, di camminare. - “Camminare”: è essenziale per trovare Gesù. La sua stella, infatti, domanda la decisione del cammino, la fatica quotidiana nell’affrontare le difficoltà, chiede di liberarci da pesi inutili. Gesù si lascia trovare da chi lo cerca, ma per cercarlo bisogna mettersi in cammino, uscire. Non aspettare; rischiare. Non stare fermi; ma avanzare. Per trovare Gesù bisogna lasciare la pigrizia (“si è sempre fatto così”). Può essere questa la tentazione di chi è credente da tempo: si discute di fede, come di qualcosa che si sa già, ma non ci si mette in gioco personalmente per il Signore. Occorre rischiare, semplicemente andare incontro a Gesù. Ma ne vale immensamente la pena, perché trovando Gesù, scoprendo la sua tenerezza e il suo amore, ritroviamo noi stessi.
- Offrire. “Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra”. Arrivati da Gesù i Magi fanno come Lui: donano. Gesù è lì per offrire la vita, essi offrono i loro beni preziosi: oro, incenso e mirra. Il Vangelo si realizza quando il cammino della vita giunge al dono. Donare gratuitamente, per il Signore, senza aspettarsi qualcosa in cambio. Fare il bene senza calcoli. Dio questo desidera.
Carissimi, facciamo come i Magi: guardiamo in alto, andiamo avanti nel cammino della vita e offriamo gratuitamente la nostra vita al Signore e al prossimo. Amen.
Sabato 6 gennaio La Parola del Signore
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese. (Mt 2,1-12)