Nel “Battesimo di Cristo” di Piero della Francesca i colori sembrano nascere per la prima volta
(Don Gilberto Ruzzi)
Il Figlio, amato
Il Battesimo di Cristo di Piero della Francesca
La Festa del Battesimo del Signore conclude il ciclo liturgico della “Manifestazione del Signore”.
L’evento oggi celebrato, che qualche problema alle comunità cristiane delle origini dovette darlo, narrato in maniera differente dai Sinottici e solamente evocato dal IV Evangelo, ha trovato ampio spazio nell’arte cristiana, sin dalle sue primissime manifestazioni, come ci attestano i dipinti delle catacombe romane; mentre l’iconografia bizantina stabilì un suo canone ben preciso giunto fino a noi pressoché immutato, l’arte figurativa occidentale, pur mantenendo gli elementi fondamentali, ha mutato l’interesse su un aspetto o su un altro, a seconda delle epoche.
Se il rinascimento pose un’attenzione particolare sulla fisicità del Cristo, facendone un’occasione per autentici esercizi di bravura nel confrontarsi di volta in volta con l’anatomia umana, presentandolo nudo alle rive del Giordano, dopo il concilio di Trento, alla luce dei dettami riguardanti l’arte sacra, soprattutto quella presente nelle chiese e sugli altari, si metterà in luce l’aspetto dell’umiltà del Salvatore, talvolta raffigurato in ginocchio nell’atto essere battezzato per infusione da Giovanni.
Voglio invitarvi a sostare con me dinanzi ad una tavola giunta fortuitamente a Londra nel 1858 e, dal 1861, patrimonio della National Gallery: il Battesimo di Cristo di Piero della Francesca, datata alla prima metà del ‘400, – ma la data precisa è controversa, – che doveva essere il pannello centrale di un polittico del quale è l’unica parte superstite, destinato all’abbazia camaldolese di Sansepolcro. Vi risparmio le vicissitudini legate alla sua scoperta in una sagrestia ed alla sua acquisizione.
Questo dipinto, come tutta la produzione pittorica di Piero della Francesca, non conosce slanci emotivi o tentativi di introspezione psicologica. A tale riguardo scriveva Bernard Berenson (in The Central Painters of the Renaissance, (1897)): “Avendo prescelto, per motivi artistici, tipi virili al più alto grado e, forse per motivi analoghi, un paesaggio della maggiore severità e dignità, combinò e ricombinò tali elementi, e questi soltanto, come esigevano i vari temi: in modo che le figure solenni, le azioni calme, i paesaggi severi esercitassero su di noi il loro massimo potere. Piero non si domanda mai che cosa sentano i suoi personaggi: le loro emozioni non lo riguardano”.
Le forme geometriche alla base del dipinto sono semplici ed armoniose: un cerchio ed un quadrato, il primo poggia sul secondo in modo che la sua circonferenza passa per l’ombelico del Cristo, quello è lo stesso punto d’intersezione delle altre diagonali. Il centro, allora, è il Cristo con la sua pelle luminosa che accentua la luce zenitale.
In questa scena non esistono ombre.
Stagliandosi su di uno sfondo scuro e brullo, la figura radiosa di Cristo emerge come l’inizio di una nuova creazione.
Tutte le altre figure sono collocate in parallelo alla figura di Cristo, lo stesso Battista, che gli è più vicino, in realtà non lo tocca, come se si arrestasse sulla soglia di un confine invisibile. Siamo di fronte ad una vera teofania trinitaria, che mette ogni cosa in sospensione: anche le acque del Giordano arretrano, secondo le parole del salmista. Nelle sue acque si riflette limpidissime il cielo ed i colori delle vesti dei personaggi sullo sfondo.
Commentava lo storico dell’arte Roberto Longhi:<< Sembrano i colori nascere per la prima volta come elementi di un’invenzione del mondo… Un colore di natura che per la prima volta si tinga all’arrivo del primo raggio di un sole appena nato >>.
L’opera di Piero della Francesca è una vera confessione di fede trinitaria: Dio Padre incontra la vita dell’uomo nel Cristo, suo Figlio amato, l’Unigenito.
Nei simboli attivati da Piero, nelle figure e nella loro disposizione, nell’uso dei colori e nella composizione delle forme, viene confessata la fede in Gesù, unico salvatore del mondo e della storia.