don gianni boezzi

“Maria, portaci a Gesù!”

Commento al Vangelo di don Giovanni Boezzi

ASSUNZIONE DELLA B.V. MARIA

In questo anno liturgico ci sta accompagnando il desiderio di conoscere meglio Gesù, per amarlo, seguirlo e imitarlo.  La domanda che ci poniamo può sembrare strana, visto che ci troviamo nel contesto di una festa mariana: cosa ci dice di Gesù il mistero che oggi celebriamo?

Cosa ci dice di Maria è chiaro, ed è stato approfondito in altra circostanza: ci dice che: «la vergine immacolata, preservata immune da ogni macchia di colpa originale, finito il corso della sua vita terrena, fu assunta alla celeste gloria in anima e corpo, e dal Signore esaltata quale regina dell’universo per essere così pienamente conforme al figlio suo, Signore dei signori e vincitore del peccato e della morte» (Lumen gentium 59). Il mistero dell’Assunzione di Maria ci richiama tutti a vivere orientati verso i beni del cielo, ci invita a guardare alla Vergine Madre che è «primizia e immagine della Chiesa» (Prefazio).

Ma di Gesù cosa ci dice questa festa mariana?

Nel brano del Vangelo Gesù viene riconosciuto da Elisabetta come «il Signore». È Signore il bimbo che è nel grembo di Maria, tanto che la saluta «la madre del mio Signore». Ed è il Signore l’autore della Parola a cui Maria ha creduto, diventando così beata. Il canto del Magnificat è una testimonianza da parte di Maria di sentirsi visitata, nel frutto del suo grembo, dal Signore della vita, che ha fatto della storia d’Israele una storia di liberazione.

Oggi dobbiamo permettere a Maria di fare il suo mestiere: di portarci a Gesù. Guai a fermarci a guardare lei, a contemplare lei, a esaltare lei. Non sarebbe contenta. Anche il mistero grande dell’Assunzione ci rimanda a Cristo, primizia dei risorti. La primizia è il primo frutto che ne annuncia altri: l’Assunzione di Maria – la cui vita è riferita tutta a Gesù – e, quindi, la logica conseguenza della risurrezione di Cristo. Dio non ha voluto «che conoscesse la corruzione del sepolcro colei che in modo ineffabile ha generato nella carne il tuo Figlio, autore della vita» (Prefazio).

«Nell’Assunzione vediamo che in Dio c’è spazio per l’uomo, Dio è la casa dell’uomo… Ma c’è anche l’altro aspetto: non solo in Dio c’è spazio per l’uomo; nell’uomo c’è spazio per Dio» (Papa Benedetto XVI). La solennità dell’Assunzione, allora, ci parla di Gesù, dove Dio e l’uomo si sono incontrati e fatti spazio reciprocamente.

E la Madre non è gelosa che il Figlio le tolga la scena?

Neanche per sogno. Anzi. Lei, la madre, è contenta quando ci vede concentrati su Gesù e ci sente cantare – con le sue stesse parole – la gioia di appartenere a lui: «L’anima mia magnifica il Signore…».

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