Marco: “La sofferenza del tumore di persone care mi ha spinto a dedicarmi alla ricerca”
Una soddisfazione umana e sociale per la ricerca grazie a Marco Natuzzi, giovane ricercatore italiano, che ha sempre vissuto a San Salvo, all’estero, che ha conseguito l’11 maggio a soli 28 anni il dottorato di ricerca in Chimica all’Università Claude Bernard Lyon 1.
Sin da bambino ha avuto un’ intelligenza “vivace”.
A dodici anni dopo aver superato le selezioni regionali, ha partecipato alle Olimpiadi Nazionali di Matematica all’Università Bocconi di Milano.
A diciotto anni ha vinto a Sirmione una medaglia d’argento alle Olimpiadi Nazionali di Informatica. Dopo il liceo si è iscritto al corso di laurea in Ingegneria dei Materiali e delle Nanotecnologie presso il Politecnico di Milano. Ben presto questi studi lo hanno orientato nel campo della ricerca medico scientifica.
Questa decisione è maturata a causa di un evento doloroso, un caro compagno di classe Simone è venuto a mancare all’età di 18 anni a causa di un tumore, il linfoma di Burkitt che colpisce gli organi del sistema linfatico.
Subito dopo negli anni successivi sono morti due nonni per tumore, e ciò ha suscitato sempre di più il desiderio di focalizzare i suoi studi in questo ambito.
Durante la laurea magistrale è stato scelto per un progetto di doppia laurea all’estero in Francia, dove ha conseguito alla Scuola Normale Superiore di Lione la laurea in Fisica e Chimica.
Subito dopo ha iniziato un dottorato di ricerca in Chimica per la start-up MexBrain, con l’obiettivo di sviluppare un dispositivo medico per estrarre selettivamente i metalli in eccesso nell’organismo.
La prima patologia trattata sarà la malattia di Wilson, caratterizzata da un accumulo eccessivo di rame nell’organismo, in particolare fegato e cervello. La prima sperimentazione sull’uomo è prevista entro l’anno.
La sua aspirazione al momento è quella di proseguire nel campo della ricerca.
“Alla luce di questo percorso, come mamma posso solo dire GRAZIE, e augurarmi che la sua vita sia sempre rivolta verso il vero, il buono e il bello che c’è ancora in questo nostro mondo. I talenti che ognuno di noi ha ricevuto non vanno tenuti nel cassetto, ma vanno messi a frutto e a servizio degli altri.” – ha commentato la mamma Filomena Nicolardi alla luce di questo importante traguardo del figlio Marco.