Lucia e il suo libro dedicato alle donne e agli uomini più deboli che hanno voglia di gridare la loro rabbia
La lotta contro il bullismo durante gli ultimi anni di liceo, la solitudine, i lutti ma anche la voglia di ripartire attraverso la fede e la musica. C’è tutto questo nel libro di Lucia Di Folca “Nella tasca destra in alto” della casa editrice Masciulli Edizioni. Un’autobiografia scritta dall’autrice 30enne, nata a Lanciano e residente a Lettomanoppello, dedicata a quelle donne e a quegli uomini più deboli che hanno voglia di gridare la loro rabbia e il disagio causato dalla cattiveria altrui, ma che non ci riescono per paura di ritorsioni.
Lucia, ci siamo già conosciute qualche anno fa ed ora eccoci di nuovo!
E io ti ringrazio tanto e ringrazio Parrocchie 3.1 per l’amicizia e la fiducia. È come un tornare a casa.
Abbiamo visto lo scalare del tuo libro ed il partecipare a molti eventi. L’ultimo qual è stato? Come mai?
L’ultima partecipazione è stata alla Fiera del Libro Selfestival. Il mio editore Alessio Masciulli, che ringrazio sempre per la sua bontà nei miei confronti, ha portato alcuni libri della Masciulli Edizioni (tra cui il mio) alla Fiera del Libro di Brindisi. Ha preso contatti con i due organizzatori i quali hanno proposto di questo nuovo evento. Alessio ce lo ha riferito e siamo stati in 4 o 5 ad aderire. Si è svolta dal 24 maggio al 7 giugno.
Parteciperai a nuovi eventi?
Sì, dal 15 luglio al 30 luglio ci sarà un’altra Fiera del Libro versione Summer alla quale prenderò parte. In più, a fine stagione, si svolgerà il 4° Cammino Letterario d’Italia, tutto firmato Masciulli Edizioni. Si percorreranno più di 5000 km, appunto perché i libri Masciulli saranno presentati in tutta Italia e in particolar modo il mio editore camminerà per tutto lo stivale (anche in Sardegna!). Impresa folle, ma con un bagaglio in più di esperienza.
Cosa significa per te avere fede?
Spero affinché possa curarla al meglio. Avere fede vuol dire anche porsi delle domande, avere dei dubbi. Una fede tranquilla, senza chiedersi ogni tanto il perché di alcune cose, non può essere una fede autentica. Un esempio? Sono volontaria AGBE a Pescara, un’associazione di bambini che lottano contro tumori e leucemie. Quando un bimbo innocente si salva è più facile ringraziare Dio…ma quando quel piccolo eroe non ce la fa? Mi chiedo in continuazione perché, magari anche piangendo e mandando all’altro paese qualcuno. Poi ricordo anche ciò che ho studiato ossia che il male è entrato nella storia dell’umanità in un modo sconosciuto e dunque avere fede vuol dire ricordarsi ogni giorno di aver ricevuto un dono e di custodire dunque questo dono e di abbattere le barriere negative. Spero di curarla come meglio possa fare perché, da dono gratuito, penso sia una grazia averla ed un assaggio della vita eterna.
Conosci qualche giovane che come te non ha paura di esprimere la propria fede in Gesù Cristo?
Sì conosco. Ci sono giovani che non hanno paura di esprimere la propria fede. E poi conosco anche ragazzi che hanno timore di dire semplicemente “Io credo” perché purtroppo oggi Cristo è un personaggio che non va più di moda. Dio ci chiede di non avere idoli ma oggigiorno si seguono feticci come gli influencer che magari sotto effetto di sostanze stupefacenti sfrecciano a mille all’ora e distruggono la vita di un bambino di 5 anni e di tutta la famiglia; poi ci sono i soldi (o meglio l’eccesso di ricchezze); i tradimenti e tanti altri idoli che ora come ora si seguono. La domenica sera capita spesso di andare alla messa animata dai ragazzi universitari e celebrata da Andrea. Questa è una delle rare occasioni dove vedo la chiesa piena di giovani…e allora lì penso che non è tutto perso e che un minimo di speranza nel credere in Dio c’è sempre.
C’è un capitolo o una parte del tuo libro dove parli di fede o di religione?
Quasi tutto il libro è un tornare a Dio ma un capitolo in particolare è “Legame e olio di Letizia”, dove parlo anche di un vostro concittadino. Andrea mi è stato molto vicino qualche anno fa quando tra malattie e lutti ho attraversato un periodo di crisi e forti attacchi di panico. Non so mai come ringraziarlo.
Lucia, grazie per questa chiacchierata
Grazie di nuovo a te e a voi, è sempre un piacere.