L’effetto sorpresa del Corpus Domini 2020
(Foto in copertina di Marco Granata)
SAN SALVO. Un antico proverbio dice “L’uomo propone e Dio dispone”. Per i programmi scontati di riti e celebrazioni che accompagnavano le solennità che si sono avvicendate negli ultimi mesi, Dio ha disposto diversamente.
Non sappiamo se Dio fa dei programmi ma per fede sappiamo che di Lui ci possiamo fidare perché è un eterno innamorato dei suoi figli.
E anche per il Corpus Domini del 14 giugno 2020 si è respirato il profumo della sorpresa fino all’ultimo istante. A San Salvo si era programmata una messa inter parrocchiale in piazza San Vitale e una simbolica processione con il Santissimo Sacramento. A causa della pioggia e dei posti ridotti all’interno dei luoghi di culto la messa è stata celebrata separatamente nelle rispettive parrocchie. I sacerdoti don Raimondo Artese, don Beniamino Di Renzo e don Vincenzo Giorgio hanno portato il Santissimo per corso Garibaldi.
Di sicuro sono mancati quegli aspetti folcloristici che solitamente accompagnano la solennità del Corpus Domini e che a volte prendono persino il posto del vero senso della solennità ma di sicuro il protagonista della festa c’era: il Cristo risorto che si fa dono per noi ad ogni celebrazione eucaristica.
Del semplice sale grosso da cucina è divenuto, grazie ai giovani sansalvesi di Azione Cattolica un strumento di bellezza che hanno addobbato a festa e con tanti colori vivi la sosta conclusiva del Santissimo Sacramento.
Le mascherine hanno consentito di guardarci negli occhi e scoprire la bellezza dell’altro proprio nello sguardo.
Papa Francesco nell’Angelus di domenica 14 giugno 2020 ha affermato: “E’ la Chiesa che fa l’Eucaristia, ma è più fondamentale che l’Eucaristia fa la Chiesa, e le permette di essere la sua missione, prima ancora che di compierla. Ricevere Gesù perché ci trasformi da dentro, e perché faccia di noi l’unità.
Gesù è presente nel sacramento dell’Eucaristia per essere il nostro nutrimento, per essere assimilato e diventare in noi quella forza rinnovatrice che ridona energia e voglia di rimettersi in cammino, dopo ogni sosta o caduta.
Ma questo richiede il nostro assenso, la nostra disponibilità a lasciar trasformare noi stessi, il nostro modo di pensare e di agire; altrimenti le celebrazioni eucaristiche a cui partecipiamo si riducono a dei riti vuoti e formali. E tante volte qualcuno va a messa perché si deve andare, come un atto sociale, rispettoso ma sociale”