“L’amicizia e la croce”: gli ultimi giorni della vita di Cristo tra Betania e Gerusalemme
(Commento al Vangelo di don Simone Calabria)
DOMENICA DELLE PALME B (Is 50,4-7; Sal 21; Fil 2,6-11; Mc 14,1 – 15,47)
Noi tutti, durante la giornata, sentiamo tante parole e spesso non sono buone, anzi quanto sarebbe opportuno pesare certe parole prima di dirle. In ogni caso solo di alcune affermiamo che sono “buone notizie”.
Oggi vorrei fermarmi su questa parola: “buona notizia”.
La domenica delle Palme ci introduce immediatamente nella settimana dedicata ala ricordo e alla celebrazione del mistero pasquale.
La Prima Lettura, mette in risalto gli atteggiamenti interiori con i quali Gesù è andato incontro alla sofferenza e alla morte: umiltà, mansuetudine, obbedienza, fiducia e coraggio.
L’attenzione principale però dobbiamo riservarla al racconto della Passione che è come una grande preghiera. Può suscitare infatti diversi sentimenti, da quello del pentimento per i peccati commessi a quello di ringraziamento per la salvezza ottenuta, ma soprattutto suscita in noi un silenzio di preghiera di fronte al compimento della salvezza.
Oggi inizia la Settimana della Passione, una settimana ricca di eventi da vivere, riassume un po’ il nostro tempo, le nostre giornate.
Gli ultimi giorni di Gesù si svolgono come su un telaio dove corre per quattro volte una spola che congiunge due luoghi simbolo: il tempio di Gerusalemme e una casa di Betania.
Accade nel giorno dell’ingresso messianico e nei successivi tre giorni, il quarto giorno, invece, un viaggio di sola andata verso Gerusalemme.
Dopo lunghi, estenuanti dibattiti nel tempio, dopo conflitti verbali durissimi, tutte le sere Gesù e i suoi Discepoli ritornano a Betania, in una casa ospitale.
Perché Betania, che dista quasi 3 chilometri dalla città? Perché tutta questa strada, tutto questo tempo per andare e venire, ogni giorno?
Per entrare nei giorni più importanti, il Vangelo stende un tappeto di serate vissute in una casa, nell’atmosfera calda dell’amicizia, dove Gesù si mostra come il Dio umano e fragile, mendicante d’amore, che cerca amici dove appoggiare il cuore e riprendere il fiato del coraggio.
Ricordiamo: a Betania abitavano Marta, Maria e Lazzaro, cui Gesù voleva molto bene. Betania è una trama di legami amicali, di case ospitali dove poter ritrovare il pane buono degli affetti.
Di fronte ai giorni terribili e solenni che si annunciano, di cui è ben consapevole, Gesù ogni sera rientra nello spazio di affetti che rinnovano la forza del cuore e disegnano il volto nuovo dell’uomo.
In quei sette giorni successe di tutto: prima “l’Osanna al Figlio di David” e poi…”Sia crocifisso”…Un innocente condannato e un sobillatore liberato (Barabba), amici che scappano, uomini di fiducia che tradiscono. Potrebbe sembrare il fallimento di Gesù. Non ce l’ha fatta! È un povero illuso! Di fronte a tutto questo Gesù con i suoi Discepoli annuncia il Vangelo dell’amicizia.
Dalla casa di Betania Gesù proclama che l’amicizia non è un tema debole, privato, poco rilevante nel cammino del discepolo, tantomeno un tema sentimentale, ma è Vangelo e vocazione, è la buona notizia che ci salva, che apre brecce all’avvicinarsi del Regno di Dio, apre strade al fiorire della vita.
Gesù non ha paura degli affetti e delle emozioni. «Superiore all’affetto non c’è nulla. Vale più una goccia d’affetto che un mare di spiritualità. Di questo pane ha bisogno ogni cuore stanco… E ogni cuore è stanco».
Ecco nella Settimana di Passione, in questo tempo nel quale la violenza, la tristezza, la paura anche di essere contagiati dal “virus”, sembrano avvolgerci, la buona notizia è quella dell’AMORE.
Stiamo sempre vicini a Gesù, non abbandoniamolo, lasciamoci travolgere dal Suo amore, e vedremo già da ora che la vita risorge. Amen.