La solennità di Tutti i Santi ci invita ad innalzare lo sguardo al Cielo e a meditare sulla vita divina che ci attende, raggiungere il nostro destino: essere beati, felici.
Commento al Vangelo di don Simone Calabria
Gesù, con le Beatitudini, chiama ciascuno di noi a rispondere
alla sua chiamata: “Siate santi, perché io sono santo”, c’invita a seguirlo. Non è una strada facile, ma il Signore ci assicura che non ci lascia mai soli.
Papa Francesco dice che “tutti siamo chiamati ad essere santi vivendo con amore e offrendo ciascuno la propria testimonianza nelle occupazioni di ogni giorno, lì dove ci si trova”.
Vorrei farvi conoscere la vita del Beato Carlo Acutis, che a breve diventerà santo, ragazzo giovane che ha offerto la sua vita con vero amore, “patito” di internet come i suoi coetanei, ma a differenza di tanti di loro, convinto che debba diventare “veicolo di evangelizzazione e di catechesi”.
Nasce il 3 maggio 1991 a Londra, dove i suoi genitori si trovano per esigenze di lavoro. Cresce a Milano, come tutti gli altri, differenziandosi solo per una particolare inclinazione per le pratiche religiose che a 12 anni lo porta alla Messa ed alla comunione quotidiana.
Per lui l’Eucaristia è stata la sua “autostrada per il cielo”. E non è tutto: di pari passo con l’adolescenza arriva anche il rosario quotidiano e l’adorazione eucaristica, convinto com’èche quando “ci si mette di fronte al sole ci si abbronza… ma quando ci si mette dinnanzi a Gesù Eucaristia si diventa santi”.
Già…la santità: è il suo obiettivo, la molla che lo fa stare in modo “diverso” sui banchi di scuola, in pizzeria con gli amici o in piazzetta per la partita di pallone.
Non è geloso del suo “kit per diventare santi”, che regala generosamente a tutti e che, molto semplicemente, contiene: un desidero grande di santità, Messa, Comunione e Rosario quotidiano, una razione giornaliera di Bibbia, un po’ di adorazione eucaristica, la confessione settimanale, la disponibilità a rinunciare a qualcosa per gli altri.
Per lui, che così tanto desidera la santità, è normale cercare amici in cielo; così nel suo sito internet c’è la sezione “scopri quanti amici ho in cielo”, dove compaiono i santi “giovani”, quelli che hanno raggiunto la santità in fretta.
Anche lui è convinto di non invecchiare; “Morirò giovane”, ripete, ma intanto riempie la sua giornata di tanta attività: con i ragazzi del catechismo, con i poveri alla mensa Caritas, con i bambini dell’oratorio. Tra un impegno e l’altro trova il tempo per suonare il sassofono, giocare a pallone, progettare programmi al computer, divertirsi con i videogiochi, guardare gli adorati film polizieschi, girare filmini con i suoi cani e gatti.
Oltre a studiare, naturalmente, frequenta con profitto (pur non essendo il primo della classe) il liceo milanese “Leone XIII”. È amato dagli amici, per la ventata di allegria che sa portare nella compagnia, anche se lui non cerca lo sballo come gli altri, sempre misurato e padrone dei suoi sentimenti e dei suoi slanci.
Con la fede decisa e consapevole che lo caratterizzava ha affrontato anche la rapida e inesorabile malattia, una leucemia fulminante che lo ha portato alla morte il 12 ottobre all’età di 15 anni. È stato poi sepolto, per sua volontà ad Assisi, una città che amava visitare per ritemprare lo spirito.
Il 24 novembre 2016 si è chiusa a Milano la fase diocesana del processo di beatificazione, iniziato il 15 febbraio 2013.
Il 5 luglio 2018 è stato dichiarato venerabile da papa Francesco: con questo titolo la Chiesa riconosce che il giovane Carlo ha vissuto in modo eroico le virtù cristiane.
Ai fini della beatificazione, la Chiesa cattolica richiede il riconoscimento di un miracolo per intercessione. Nel caso di Carlo Acutis è stata ritenuta miracolosa la guarigione di Matheus, un bambino brasiliano di sei anni affetto da pancreas anulare, una rara anomalia anatomica congenita del pancreas, evidenziata da un esame clinico nel 2012, che avrebbe potuto essere corretta solo con un intervento chirurgico.
Il 12 ottobre 2013 nella chiesa brasiliana di San Sebastiano, di cui era parroco padre Marcelo Tenorio, era in corso una benedizione con una reliquia di Carlo Acutis, nello specifico un pezzo del pigiama macchiato di sangue con cui egli aveva dormito poco prima di morire. Quando fu il turno di Matheus di toccare la reliquia, su suggerimento del nonno che lo accompagnava, chiese la grazia di guarire da quel male; da quel momento ci fu una stabilità della malattia.
Negli anni successivi il bambino fu sottoposto a una serie di esami diagnostici dai quali la malformazione risultò scomparsa e il pancreas tornato normale, e vi fu anche la ripresa della normale crescita staturo-ponderale. La guarigione “istantanea, completa e duratura” è stata ritenuta inspiegabile dalla Consulta Medica della Congregazione delle cause dei santi.
Nel novembre 2019 la Consulta Medica ha espresso parere positivo sul miracolo attribuito alla sua intercessione. Il 21 febbraio 2020 papa Francesco ha riconosciuto il miracolo.
La cerimonia di beatificazione è avvenuta ad Assisi il 10 ottobre 2020, da allora la ricorrenza liturgica viene celebrata il 12 ottobre, anniversario della sua scomparsa.
Carlo Acutis continua ad essere un mistero: con i suoi 15 anni limpidi e solari, con la sua voglia di vivere e la sua prorompente allegria, ma soprattutto con la sua fede che scomoda ed interpella quella di noi adulti.
Da come abbiamo potuto notare “i Santi sono nostri amici”: amici, non super uomini, sono gente di carne ed ossa come noi, familiari con la fatica, gli errori e le debolezze di ogni giorno. Uomini, perciò peccatori come noi!
Ma allora dove sta la grandezza dei Santi, se la loro umanità è perfettamente identica alla nostra? La forza, la grandezza dei Santi, è questa grande certezza: di essere amati e perdonati.
Carissimi, amiamoci veramente gli uni gli altri e così saremo pronti a condividere ciò che abbiamo di più prezioso, cioè Gesù stesso e il suo Vangelo!