“La Parola di Gesù è rivolta per caso a me?”
(Commento al Vangelo di don Erminio Di Paolo)
Domenica scorsa, la cena del Signore è stata celebrata davanti al grande affresco della moltiplicazione dei pani. Eravamo nel deserto. Saziata la folla, Gesù si è ritirato tutto solo sulla montagna, “perché stavano per venire a prenderlo per farlo re”. Ed eccoci, oggi, nei dintorni di Cafarnao, dove la folla è riuscita a ritrovare Gesù e i suoi discepoli.
Avviene un dialogo. Bisogna ascoltare le sue battute non pensando agli altri, a quelli del tempo o a quelli di oggi, bensì a se stessi, chiedendosi lealmente: “Questa parola di Gesù, pronunciata in risposta alle domande che gli vengono poste, non sarebbe per caso rivolta a me?“.
La prima lettura invita a interrogarsi sulle ragioni profonde della nostra presenza, qui, in questa chiesa: “Che cosa siamo venuti a cercare veramente? Che cosa ci aspettiamo in realtà dalla partecipazione alla celebrazione?“. Non si tratta di dare risposte preconfezionate. Ognuno deve porsi personalmente nei riguardi della parola di Gesù che proclama l’assoluta priorità del cibo che solo lui può donare, lui, il Figlio che Dio ha marchiato con la sua impronta al momento del battesimo nel Giordano.
L’opera che Dio chiede di compiere è credere in colui che ha inviato. Tutto il resto, ogni sorta di occupazioni e doveri quotidiani, ma anche le cosiddette “pratiche religiose”, va visto e fatto in questa prospettiva, in funzione di questa fede. Bisogna riconoscere che si tratta di un’esigenza inaudita, poiché si tratta di un impegno totale, di tutti gli istanti e in tutte le situazioni. Per sapere come compiere quest’ “opera di Dio” e ciò che essa richiede concretamente, bisogna guardare Gesù, sforzarsi di imitarlo il meglio possibile.
Lui solo può insegnare a lasciarsi guidare da uno “spirito nuovo” e non dalla “vanità della mente“, che non si eleva al di sopra delle realtà terrene, dell’esperienza e delle soddisfazioni immediate. Egli è il modello perfetto dell’ “uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera”. Egli offre se stesso in cibo, perché noi viviamo della sua vita. Chi crede in lui non avrà mai più fame; chi crede in lui non avrà mai più sete. Al di fuori di lui, nulla potrebbe soddisfarci pienamente.
Buona domenica a tutti!
Sac. Erminio Di Paolo