La messa in onore di un santo vale di più della messa di un altro giorno?
“Per san ….questo ed altro!”, quante volte sentiamo o usiamo questa espressione? Oppure se entriamo in chiesa andiamo a fare un segno di riverenza davanti alla statua di un santo e si passa davanti al tabernacolo come se nulla fosse, quasi un insignificante suppellettile della chiesa?
Spesso ci dimentichiamo che i santi sono diventati tali semplicemente perché hanno vissuto la loro vita da innamorati del “Padrone di casa” che è Dio trino e uno. Ogni liturgia, sia essa celebrata dal più santo o dal meno santo dei sacerdoti, sia celebrata dal papa e sia celebrata dal prete di campagna di uno sperdutissimo paese ha la stessa identica valenza. Infatti il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma
“… San Giovanni Crisostomo, ad esempio, afferma: « Non è l’uomo che fa diventare le cose offerte Corpo e Sangue di Cristo, ma è Cristo stesso, che è stato crocifisso per noi. Il sacerdote, figura di Cristo, pronunzia quelle parole, ma la virtù e la grazia sono di Dio. Questo è il mio Corpo, dice. Questa parola trasforma le cose offerte » (1375).
San Pio da Pietrelcina, tanto caro alla devozione popolare (1887-1968) soleva dire: “Se la gente sapesse cosa è la Messa, dinanzi alle chiese occorrerebbero i carabinieri per governare le folle.” Non diceva “Se la gente sapesse chi sono io” E il Santo Cappuccino diceva ancora: “È più facile che il mondo si regga senza il sole, piuttosto che senza la Messa.”
Quante persone che si proclamano devoti di padre Pio capiscono il valore di questa espressione? Le prime persone che si offenderebbero se sapessero che la gente fosse più attaccata alla loro persona piuttosto che a Cristo, sarebbero proprio i santi di cui diciamo di essere devoti.
E anche il contemporaneo e giovane Carlo Acutis non ha detto “Carlo è l’autostrada per il cielo” ma “L’Eucarestia è l’autostrada per il cielo“.
Un vero attaccamento a un santo non può tradursi in una partecipazione alla messa nel giorno in cui la Chiesa ricorda il particolare santo e non ad almeno quella domenicale. Un comportamento simile è solo ipocrisia e devozionismo che considera il santo come una sorta di amuleto.
Se ci dovrebbe essere una festa così come la intendiamo noi per un santo con tanto di fuochi d’artificio, eventi particolari eccetera ci dovrebbe essere una festa molto più grande per ogni celebrazione eucaristica. Ogni giorno in tutto il mondo in ogni liturgia si celebra la transustanziazione ovvero secondo il Catechismo della Chiesa Cattolica
” … Nel Santissimo Sacramento dell’Eucaristia è contenuto veramente, realmente, sostanzialmente il Corpo e il Sangue di nostro Signore Gesù Cristo, con l’anima e la divinità e, quindi, il Cristo tutto intero. 202 « Tale presenza si dice “reale” non per esclusione, quasi che le altre non siano “reali”, ma per antonomasia, perché è sostanziale, e in forza di essa Cristo, Dio e uomo, tutto intero si fa presente » … ( 1374 “Catechismo della Chiesa Cattolica”).
Ovvero tradotto in poche parole Gesù si fa realmente presente nella Santissima Eucarestia e scusate se è poco! il solo pensiero della presenza reale di Dio ci dovrebbe far uscire dalla celebrazione esultanti di gioia e non i nostri classici musi lunghi.
In quanti ci inginocchiamo nel momento della transustanziazione?
Forse comincia ad essere il tempo del coraggio di dire no a devozionismi che tralasciano di mettere Cristo al primo posto. I santi (ognuno ha i suoi preferiti) sono dei semplici amici a cui chiedere di aiutarci a seguire il loro esempio sulla via maestra della sequela di Gesù e alle cui raccomandazioni affidarci.