Incontro catechismo in prossimità dell’8 dicembre: l’Immacolata Concezione e la storia di Bernadette di Soubirous
Segno di croce cantato
“Vieni Santo Spirito a guidare questo incontro”
Nomina dei due ’”Collaboratori della Gioia di Cristo”. (A due a due li mandò)
In prossimità della festa dell’Immacolata Concezione non si può non dedicare un incontro alla mamma di Gesù e a questa importantissima solennità.
L’Immacolata Concezione è un dogma, proclamato da papa Pio IX l’8 dicembre 1854 con la bolla Ineffabilis Deus, che sancisce: come la Vergine Maria sia stata preservata dal peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento.
Il Catechismo della Chiesa cattolica sottolinea: “Dio ha scelto gratuitamente Maria da tutta l’eternità perché fosse la Madre di suo Figlio; per compiere tale missione è stata concepita immacolata“. A proclamare tale dogma fu l’8 dicembre 1854 papa Pio IX con la bolla “Ineffabilis Deus”: «La beatissima Vergine Maria nel primo istante della sua concezione, per una grazia ed un privilegio singolare di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, è stata preservata intatta da ogni macchia del peccato originale».
Anche nelle apparizioni a santa Bernadette di Lourdes, la Vergine Maria si presentò, dicendo di se stessa, come l’Immacolata Concezione.
In questo incontro si potrebbe raccontare la storia di Bernadette di Soubirous per presentare una figura storica, concreta, una ragazza come loro e mostrare i frutti di bene che continuano a nascere a Lourdes, luogo dove avvengono ancora tanti miracoli. Si potrebbe mostrare qualche video di una processione aux flambeaux dei pellegrini a Lourdes (https://youtu.be/fkxGMnuH8f4)
Si potrebbe anche consigliare il film Bernadette SOUBIROUS di Jean DELANNOY del 1988.
LA STORIA DI BERNADETTE (da Wikipedia)
I suoi genitori, François Soubirous (1807-1871) e Louise Castérot (1825-1866), gestivano il mulino di Boly, dove ella nacque il 7 gennaio 1844. Dopo di lei, i due coniugi ebbero altri sei figli: Marie, detta Toinette (1846-1892), Jean-Marie (1851-1919), Justin, morto prematuramente (1855-1865), Bernard-Pierre (1859-1931) e altri due che morirono in tenera età. La crisi che colpì la Francia agricola si abbatté anche sulla sua famiglia, che visse in estrema povertà. Bernadette conobbe la fame e la malattia: nei primi anni, prima di trasferirsi definitivamente a Nevers, Bernadette visse con la famiglia nel cosiddetto cachot, una casa divenuta di proprietà di un cugino del padre, caratterizzata esclusivamente da una stanza di appena 16 m², scura e malsana, in quanto precedentemente era stata un carcere cittadino, fatto spostare altrove proprio per motivi di cattiva igiene. Di salute fragile, a causa dell’asma sopraggiunta per le continue inalazioni dell’aria malsana dell’abitazione, Bernadette dimostrava meno anni di quelli che aveva. I suoi sentimenti religiosi erano già forti, sebbene ella non conoscesse per nulla il Catechismo, essendo analfabeta. («[…] se la Santa Vergine mi ha scelto, è perché sono la più ignorante!» dirà più tardi). Alcuni vicini affermarono che la famiglia viveva in un’armonia fuori dal comune, che sembrava riposare su amore reciproco, vicendevole sostegno e sulla loro devozione religiosa. Per contribuire al mantenimento della famiglia, Bernadette fu affidata a una famiglia di amici presso Bartrès, impiegata nella sorveglianza e pascolo delle greggi e come cameriera presso la loro taverna. Nel 1857, nell’anno che precedette le apparizioni, il padre François Soubirous fu accusato ingiustamente di furto.
Secondo quanto riferito dalla stessa Bernadette, l’11 febbraio 1858, appena quattordicenne, mentre assieme a una sorella e a un’amica raccoglieva legna da ardere in un boschetto vicino alla grotta di Massabielle (poco fuori Lourdes), Bernadette avrebbe avuto la prima visione di ciò che descrisse come “una piccola signora giovane” in piedi in una nicchia della roccia. Bernadette affermò che la “bellissima signora”, nel corso della terza apparizione, le aveva chiesto di tornare alla grotta ogni giorno per quindici giorni e riferì anche che la signora vestiva un velo bianco, una cinta blu, aveva una rosa dorata su ogni piede e teneva nelle mani un Rosario.
Le giovani che erano in sua compagnia dissero di non aver visto nulla. L’identità dell’apparizione – nelle parole di Bernadette – rimase sconosciuta fino alla diciassettesima visione; fino ad allora Bernadette si limitò a chiamarla semplicemente Aquerò (pronuncia “acherò”; in lingua occitana significa, all’incirca, quella là, una maniera di riferirsi a una generica figura femminile).Bernadette alla grotta di Massabielle in una foto del 1863.
I contenuti delle altre visioni cui Bernadette disse di aver assistito furono semplici, focalizzati sulle necessità di preghiera e penitenza. Tuttavia, durante la tredicesima apparizione, il 2 marzo, Bernadette spiegò alla sua famiglia che la signora avrebbe detto “Va’ per favore dai sacerdoti e di’ loro che una cappella deve essere costruita qui. Lasciate che qui passino le processioni”. Accompagnata da due delle sue zie, Bernadette puntualmente si presentò con la richiesta al parroco, Padre Dominique Peyramale, un uomo brillante, ma burbero, con poca disponibilità a credere ad affermazioni su apparizioni o miracoli.
Padre Peyramale disse a Bernadette che la signora doveva dare un’identificazione. La ragazza affermò che nella visione successiva ripeté le parole del parroco alla signora, ma che ella si inchinò leggermente, sorrise e non rispose nulla. Padre Peyramale disse a Bernadette di provare che la “signora” era “reale”, di chiederle un miracolo, cioè di far fiorire e germogliare il cespuglio di rose subito sotto la nicchia. Era metà febbraio.
Come Bernadette riportò più tardi alla sua famiglia e agli inquirenti civili ed ecclesiastici, durante la nona apparizione la signora presumibilmente le avrebbe detto di bere dalla sorgente che fluiva sotto la roccia e di mangiare le piante che crescevano liberamente lì, e benché sul luogo non vi fossero sorgenti conosciute e il terreno fosse duro e arido, Bernadette suppose che la “signora” volesse indicare che la sorgente era sotto terra. La ragazza fece quindi come le era stato detto e scavò nella terra, ma, quando non accadde nulla, lo scetticismo si impossessò dei presenti. Tuttavia, il giorno dopo, l’acqua cominciò a fluire. Alcuni devoti seguirono l’esempio di Bernadette e bevvero dalla sorgente facendo abluzioni, cui furono presto attribuite proprietà curative.
Dal giorno in cui Bernadette aveva portato alla luce la sorgente, 69 guarigioni tra quelle verificate dall’Ufficio Medico di Lourdes e classificate come “inspiegabili”, sono state riconosciute miracolose dalla Chiesa cattolica. La commissione di Lourdes che esaminò Bernadette dopo le visioni eseguì anche un’analisi accurata dell’acqua, trovando soltanto un alto contenuto di minerali e null’altro di straordinario che potesse spiegare le guarigioni. Bernadette stessa disse che la fede e le preghiere avevano curato i malati.
Durante la sedicesima apparizione, avvenuta il 25 marzo, giorno in cui la Chiesa cattolica commemora l’Annunciazione, la signora, alzando gli occhi al cielo e unendo in segno di preghiera le mani, avrebbe detto a Bernadette in occitano, la lingua locale: Que soy era Immaculada Councepciou (“Io sono l’Immacolata Concezione”). Quattro anni prima papa Pio IX aveva stabilito il dogma dell’Immacolata Concezione, secondo cui, sola tra tutti gli esseri umani mai vissuti, la Vergine Maria era nata senza la macchia del Peccato originale. In occasione di questa apparizione, una statua dell’Immaculée Conception era stata posizionata fra Bernadette e la sua “visione”. Bernadette disse pure che la Madonna guardava questa statua con piacere.
Durante la diciassettesima apparizione, il 7 aprile, avvenne il cosiddetto “Miracolo del cero”. Bernadette teneva fra le mani una candela che, durante la visione, bruciò del tutto: fu riferito che la fiamma rimase a diretto contatto con la sua pelle per più di 15 minuti, ma ella apparentemente non mostrava nessun segno di dolore o ferita. Tale avvenimento fu testimoniato da molte persone presenti, incluso il medico scettico Pierre Romaine Dozous, che cronometrò e documentò il fatto. Secondo il suo rapporto, non c’era alcun segno che mostrasse che la pelle di Bernadette fosse danneggiata in alcun modo, quindi tenne sotto controllo la ragazza senza intervenire. Il prodigio era stato osservato contemporaneamente da diversi altri presenti, il cui stupore aveva di fatto richiamato l’attenzione di Dozous[9]. Dopo che Bernadette ebbe riferito che la visione era terminata, il dottore affermò di aver esaminato la mano della ragazza senza trovarvi alcuna evidenza di bruciatura e che ella era del tutto ignara di quanto stava accadendo. Il dottore disse allora di aver applicato brevemente una candela accesa sulla mano della ragazza e che lei aveva reagito immediatamente. L’episodio fu la causa della subitanea conversione del dottor Dozous.
Bernadette era una giovane malaticcia, aveva avuto il colera durante l’infanzia e aveva sofferto per la maggior parte della sua vita di asma; alcune delle persone che la intervistarono in merito alle apparizioni la credevano lievemente ritardata. Tuttavia, malgrado le rigorose investigazioni ufficiali della Chiesa cattolica e del governo francese, sostenne sempre con determinazione il suo racconto.
La prima visione e le successive diciassette analoghe che la giovane avrebbe avuto sono state accettate, dopo attente analisi e la raccolta di testimonianze dirette, come eventi miracolosi dalla Chiesa cattolica, che le riconosce come manifestazioni della Beata Vergine Maria.
Turbata dall’interesse che stava richiamando su di sé, Bernadette si trasferì presso la scuola-convitto tenuta dalle Suore della Carità di Nevers, dove alla fine imparò a leggere e scrivere.
Si ritirò poi presso il convento delle Suore della Carità di Nevers all’età di 22 anni, nel 1866. Trascorse lì gli ultimi anni della sua breve esistenza, lavorando come assistente nell’infermeria e poi come sacrestana, creando inoltre ricami per abiti d’altare e vesti. Durante un grave attacco d’asma, chiese l’acqua della sorgente di Lourdes, e i suoi sintomi regredirono per non tornare più. Tuttavia non cercò di curarsi nello stesso modo quando più tardi si ammalò di tubercolosi ossea al ginocchio destro.
Bernadette aveva seguito lo sviluppo di Lourdes come santuario per pellegrinaggi mentre viveva lì, ma non fu presente alla consacrazione della basilica nel 1876. Morì all’età di 35 anni, il 16 aprile 1879.