In viaggio con i movimenti ecclesiali della Chiesa Cattolica: ” I focolarini”
Inizia oggi una mini rubrica sulla bellezza e sulla ricchezza dei movimenti ecclesiali nati nella Chiesa nell’ultimo secolo, evidenziando alcuni punti salienti degli stessi. Ognuno, nessuno escluso, si caratterizza per un carisma particolare e insieme sono come un puzzle che si completano a vicenda. Sono movimenti che sono nati, seppur ispirati da un fondatore/fondatrice, per opera dello Spirito Santo. Sono delle grandi occasioni di crescita nella fede autentica e matura purché e non si riduca ad una semplice tessera quanto piuttosto cibandosi dei percorsi formativi proposti dagli stessi, solitamente ogni settimana.
Sarebbero una grandissima ricchezza, da ogni punto di vista, se presenti e attivi nella vita parrocchiale
Primo appuntamento: Focolarini
(https://www.focolare.org/)
“Il Movimento dei Focolari ha la fisionomia di una grande e variegata famiglia, di un “nuovo popolo nato dal Vangelo”, come lo definì la fondatrice, Chiara Lubich, che lo fondò nel 1943 a Trento (Italia), durante la seconda guerra mondiale, come una corrente di rinnovamento spirituale e sociale. Approvato nel 1962 con il nome ufficiale di Opera di Maria, è diffuso in oltre 180 paesi con oltre 2 milioni di aderenti.
Cosa ci Muove: L’Arte di Amare
Un amore rivolto a tutti e che non discrimina; che prende l’iniziativa; che ama come sé e non rifiuta nessuno, neppure i nemici. Un’operazione non facile, che richiede un esercizio costante e quotidiano. È per questo che Chiara Lubich l’ha definito “un’arte”, un metodo, che si propone a tutti: cristiani, uomini e donne di fedi diverse e persone senza un preciso riferimento religioso. Nella consapevolezza che questa nuova disposizione d’animo è il primo passo per una rivoluzione pacifica, capace di cambiare il cuore dei singoli e il mondo intero.
“Io-il fratello-Dio, si dice. Si va a Dio insieme con l’uomo, insieme con i fratelli, anzi si va a Dio attraverso l’uomo” spiegava Chiara Lubich nel 1995. La dimensione comunitaria è dunque la prima e più diretta caratteristica della spiritualità dell’unità dei Focolari.
Finalità – Alimentare amore scambievole, conoscenza reciproca, condivisione di progetti tra Movimenti e nuove Comunità ecclesiali per scoprire e valorizzare il dono che ciascuna realtà custodisce in sé, dona agli altri e con la quale arricchisce la Chiesa e la società.“
Organizzazione e Governance
Secondo gli Statuti Generali del Movimento dei Focolari alla sua guida ci sarà sempre una donna, affiancata da un Copresidente. L’attuale Presidente è Margaret Karram e il Copresidente è Jesús Morán. La presidenza è coadiuvata da un Consiglio generale dove sono rappresentati quanti fanno parte del Movimento: giovani, famiglie, consacrati, persone di diverse religioni, ecc. nella loro diversità di vocazione, cultura, provenienza geografica.
Tutti gli incarichi di responsabilità hanno durata di cinque anni e possono essere riconfermati una sola volta per lo stesso incarico. Nel mondo il Movimento, presente in 182 Paesi, è organizzato in 15 aree geografiche e le attività sono coordinate da una delegata e un delegato, insieme ad un Consiglio.
L’Economia di Comunione
Uno dei cuori pulsanti dei Focolarini è senz’altro l’ Economia di Comunione: non l’uomo per il lavoro ma il Lavoro per l’uomo. Personalmente ho conosciuto e mi sono innamorata di questo movimento ecclesiale proprio grazie a questa sfaccettatura. Mirella Sansiviero mi invitò a un convegno in materia tenutosi a Loppiano (cittadella internazionale dei Focolarini). Per me che sono laureata in Economia e commercio fu come una grande rivelazione: il Vangelo vissuto anche negli aspetti economici dell’uomo, Vangelo che si fa carne nel nostro quotidiano vivere anche negli aspetti economici, modus operandi che mette al centro la “persona” con la sua dignità e nel contesto sociale in cui è inserito.
È nata da un intuizione di Chiara Lubich, che nel 1991 si è trovata a San Paolo in Brasile e ha osservato il grosso divario tra I grattacieli e le favelas e si è immaginata la nascita di “comignoli di aziende” nelle zone più povere per ridare dignità a chi si trovava nella miseria. Tornata in Italia si mise in contatto con un giovane economista Luigino Bruni e gli diede l’incarico di tradurre la sua intuizione in realtà. Bruni contattò a sua volta altri economisti molto più affermati di lui come Stefano Zamagni, Benedetto Guy e Vittorio Pellagra. Questo progetto nato in ambito cattolico poi si è spostato nel mondo laico.
A tavolino, hanno analizzato le imprese e riscritto i libri di economia. Le vecchie logiche per le quali per fare impresa bastava mettere insieme capitali, risorse umane e organizzazione, stavano fallendo. E questo soprattutto perché non si consideravano le relazioni umane che si creano dentro e fuori le aziende. Le imprese sono nate per fare del bene al proprio territorio poi invece molte sono finite per sacrificare l’uomo in funzione degli utili. Solo per fare degli esempi drastici basta guardare alle aziende (spesso anche grosse multinazionali) che sfruttano il lavoro minorile, o a quelle che non pagano gli stipendi ai propri dipendenti. Le imprese che hanno sperimentato le logiche di economia di comunione hanno sperimentato come il rispetto non solo di regole giuridiche ma anche un’etica, non solo sono vive e sane ma sono anche capaci di resistere alle difficoltà e alle crisi. E non solo ma riescono a creare anche dei circoli virtuosi contagiosi anche per altri. Nel tempo si è creata un’organizzazione mondiale l’Associazione Imprenditori Economia di Comunione (Aipec) che intendono porre come valore aggiunto del proprio modo di lavorare nel mercato nazionale e internazionale, la cultura del dare.