In pellegrinaggio con Maria per diventare persone eucaristiche che annunciano il Vangelo
A testimonianza del 39° pellegrinaggio a piedi dalla chiesa Madonna delle Grazie di San Salvo all’omonimo santuario di Monteodorisio, c’è una targhetta posta sulla base di una croce astile comprata con i soldi avanzati da una festa dell’ultima domenica di maggio in onore dalla Mamma di tutte le Grazie e donata dai sansalvesi al santuario di Monteodorisio.
A raccontare questo aneddoto è stato don Gianfranco Travaglini che insieme a don Andrea Manzone ha accompagnato il pellegrini che da San Salvo il 1° settembre 2024, alle prime ore del mattino si sono recati al santuario di Monteodorisio. Sempre dal racconto di don Gianfranco è questa una tradizione che è ripartita nel 1985 ma la vera data in cui è iniziata non si sa. Sua mamma che abitava in una periferia lungo la strada che collega i due paesi, gli raccontava che negli anni ’50 , vedeva passare don Cirillo portato su un asino accompagnava i parrocchiani in pellegrinaggio a Monteodorisio.
Il pellegrinaggio San Salvo – Monteodorisio è una bella esperienza, sempre nuova: superate le titubanze del “ma chi me lo fa fare…non ho voglia di alzarmi così presto…tanto a che serve…non è questa la fede…ce la farò a camminare per tutto il tragitto visto che mi muovo sempre in macchina…dopo ho mille cose da fare…” giunti al santuario ci si può accorgere di aver vissuto una porzione di cielo.
Durante il cammino don Andrea Manzone nell’annunciare una posta del rosario invocava Maria per sé e per tutti noi per farci diventare “persone eucaristiche”, ovvero persone che amano nutrirsi del pane eucaristico per diventare persone che vivono e annunciano il Vangelo.
È questo un pellegrinaggio che non si vive da soli ma insieme ad altri. Ognuno è portatore di una sua storia che in alcuni tratti condivide con il suo prossimo, ognuno ha il suo racconto bello di devozione sincera sul perché è lì ed è giusto e bello raccontare ogni giorno perché diviene la testimonianza diretta della Buona Novella.
Non è mancato un pensiero per il parroco don Raimondo Artese, impossibilitato a partecipare per altri impegni pastorali. Un capo scout nel raccontare che ha iniziato questo pellegrinaggio subito dopo la nascita della sua prima figlia proprio per affidarla a Maria Santissima ha raccontato come don Raimondo è stata una presenza e soprattutto testimonianza vivente per tutti al raduno nazionale dei capi scout nazionale di Verona: “Noi eravamo uno dei pochissimi gruppi con un responsabile ecclesiastico che è stato con noi non solo nei momenti liturgici, ma anche in ogni tappa e ogni cammino nonostante i suoi 73 anni e rinunciando anche alla sua pennichella pomeridiana. È stato davvero top!” – ha commentato il capo scout presente al pellegrinaggio.