Imparare a lasciar andare i figli

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Il 26 agosto 2024 la mia quarta figlia di tredici anni è partita per un campo organizzato dal Comune di San Salvo. Per lei è la prima volta che sta fuori dalla città in cui viviamo senza di noi. I suoi fratelli hanno vissuto questa esperienza di distacco chi a 8 anni e chi a 10 anni grazie allo scoutismo.

Nell’osservare le altre mamme che lasciavano i figli per la prima volta mi ha fatto fare un salto nel tempo: provavo lo stesso senso di smarrimento, di dubbio e di timore quando il primo figlio è partito per la prima volta per un campo scout. Non potevano portare il telefono e quindi non avevo neanche modo di sentirli la sera.

Non esiste un vademecum per essere genitori lo si prova a farlo facendolo, sbagliando e sbagliando ancora. Come ogni mamma amo profondamente i miei figli e con il passare del tempo mi rendo conto di tutti gli errori che posso aver commesso e che continuo a commettere.

Anche con la scuola ho smesso di seguirli nei compiti quando un giorno il secondo figlio, vedendo come mi agitavo nel far fare i compiti al fratello maggiore, mi disse: “quando andrò a scuola io non voglio che mi segui io farò da solo”. All’epoca da inesperta ascoltavo sempre le mamme con figli più grandi che raccontavano dei pomeriggi interi trascorsi insieme per far ei compiti. Molte mamme di sicuro hanno modo di criticarmi per questa scelta ma sono solo punti di vista diversi. Io preferisco che sperimentino in prima persona la possibilità di sbagliare e di essere responsabili per le loro azioni.

Dopo quella frase del secondo figlio ho cominciato a cercare di renderli autonomi anche nella preparazione degli zaini e nel controllo dei compiti. In fondo noi come facevamo: la scuola è la prima occasione per imparare a costruire il proprio sapere.

“Spesso sento tante mamme che dicono “mio figlio ha tutti dieci è bravissimo in ogni cosa” e io mi sento piccola piccola e dico “Forse sbaglio!” Non so ancora se faccio la cosa giusta. L’unica cosa che cerco di dire ai miei figli: dovete studiare per voi stessi perché lo studio vi dona libertà e consapevolezza. Cercate sempre di dare il meglio di voi in ogni cosa”

Ogni figlio è un figlio unico, i fratelli e le sorelle si possono assomigliare in qualcosa ma ognuno è a sé, ognuno ha il suo carattere, il suo modo di essere e di reagire a ogni situazione. E se anche volessimo non ripetere l’errore fatto con un figlio non è detto che per l’altro valga lo stesso.

Ogni partenza, anche quelli di una sola settimana creano quel pizzico di sofferenza.

Il distacco non è mai semplice ma l’educarci a quel sano distacco fa bene a noi genitori e ai figli. C’è un detto che non ho mai sopportato: paragonare “un figlio al bastone della vecchiaia”. Ogni figlio è un dono e nei suoi confronti abbiamo il dovere di volerli liberi e felici di vivere la loro vita e non la nostra.

Oggi è santa Monica, patrona di tutte le mamme: interceda lei affinché ci aiuti a vivere il nostro essere genitori disposti a lasciar andare i nostri figli proprio per amore.

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