“Il miracolo delle nozze di Cana” vive nelle testimonianze di coppie “senza tempo”

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“Camminiamo con Gioia” (leggi) – percorso di crescita umana e di fede per ragazzi dai 10 ai 14 anni (leggi)

A dispetto di ciò che ci può dire il mondo la famiglia è il fulcro della società. E se anche la politica, l’economia, il mondo imprenditoriale cominciasse a partire da questa constatazione tante cose potrebbero migliorare: è nella famiglia che l’uomo può crescere, imparare a rispettare l’altro, fare ogni cosa con impegno, adoperarsi per l’altro, ad amare, a perdonare e in generale a vivere.

Eppure in quante occasioni si dice ai giovani: “ambite ad avere una famiglia vostra perché ne vale davvero la pena, in essa potrete trovare ed essere un porto sicuro nella gioia e nella sofferenza”? Oggi sembra quasi anacronistico parlare di famiglia ai giovani perché si è adagiati, chiesa compresa, all’ “Oramai …”. L'”oramai” potrebbe trasformarsi in un “oggi più che mai” per dare testimonianza di quanto possa essere bello fare famiglia e di farlo mettendo Dio al centro.

L’incontro di “Camminiamo con Gioia” di venerdì 3 febbraio 2023, è stato dedicato al passo del Vangelo sulle “Nozze a Cana di Galilea”. Come ci raccontano i nostri amati Vangeli, non a caso proprio durante uno sposalizio, Gesù ha compiuto il suo primo miracolo: gli sposi non avevano più vino da offrire agli invitati e su invito di Maria Santissima, Gesù ha trasformato l’acqua in vino. Probabilmente Lui in primis nella sua condizione di figlio ha vissuto “in toto” il valore e la bellezza della famiglia.

C’erano con noi degli ospiti speciali: Lucia e Giuseppe e Maria Grazia e Antonio, due meravigliose coppie di San Salvo con storie diverse.

Dopo il segno di croce cantato, un canto di invocazione allo Spirito Santo, e la lettura del passo di Vangelo di Giovanni 2, 1-11, i ragazzi hanno intervistato le due coppie.

Toccante il momento in cui Giuseppe ha raccontato di quando è stato ricoverato per Covid su un letto di ospedale, sospeso tra la vita e la morte, lontano dalla moglie che stava a casa e soffriva nel non sapere se poteva rivedere il marito vivo. Giuseppe e Lucia hanno da poco festeggiato i 50 anni di matrimonio.

Quanta tenerezza e quanto amore traspariva dagli occhi e da ogni singolo gesto da Maria Grazia e Antonio che si prendevano cura di Lorenzo, il figlio di 11 anni che ha bisogno di un’assistenza h24: un angelo in terra. È stato bello sentire come lei ha fatto il primo passo quando ha cominciato a capire che Antonio poteva essere l’uomo della sua vita. “La gioia più grande è stata sicuramente la nascita di nostro figlio. Una gioia altrettanto immensa quando Lorenzo ha ricevuto per la prima volta il Corpo di Cristo l’estate scorsa. Tantissimi dolori ogni volta che Lorenzo è stato male e l’abbiamo dovuto portare in ospedale. Ciò che ci aiuta in questi momenti è l’affidarci ogni volta a Gesù e a Maria.

“Ringraziamo Dio per la nostra famiglia e impariamo a non dare niente per scontato”

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