Il grido della mamma di Gloria in una incontenibile piazza nel giorno del funerale: “Grazie a tutti”
Al di là della fede e del credere che siamo destinati all’eternità, nella carne la sofferenza resta sofferenza con cui si impara a convivere e a chi ha la grazia di avere la fede o di incontrare il Cristo in quel momento di sicuro c’è una forza in più.
Una sofferenza come quella che ha colpito come un fulmine a ciel sereno la famiglia di Gloria Griguoli, una ragazza stroncata nel fiore della gioventù a soli 17 anni in un incidente avvenuto sabato 9 novembre 2024, intorno alle 20.30, sulla statale 647 Bifernina che collega Termoli a Campobasso, richiama tutti a quella frase di papa Francesco “Siamo tutti sulla stessa barca”. Soldi, carriera, potere, apparire ì, rancori perdono ogni ragion d’essere di fronte a una tragedia come questa. E come è successo a San Salvo, ci si ritrova tutti insieme a piangere per una figlia che non è più qui tra noi.
A me e a tutte le mamme presenti al funerale veniva d’istinto pensare “poteva essere un mio figlio” e piangevamo insieme a quella mamma che quando poteva stingeva la foto incorniciata della figlia e che era stata posta sopra quella bara, bianca come la luce, adorna di fiori bianchi e celesti, il colore del vestito scelto per i 18 anni che doveva presto festeggiare e che festeggerà in cielo.
Prima del funerale osservavo don Raimondo, il parroco di San Giuseppe, l’ho ammirato tantissimo e in cuor mio pensavo “Signore dagli tu la forza per celebrare un funerale così triste e di fronte al quale ogni parola è vana”. Unico a poter parlare è proprio Dio con la sua Parola viva.
A leggere la prima lettura della celebrazione è stata proprio la mamma di Gloria: “…eletta da Dio e ai suoi figli, che amo nella verità.. comandamento … che abbiamo avuto da principio: che ci amiamo gli uni gli altri…camminate nell’amore…” (estratto dalla seconda lettera di san Giovanni apostolo letta a messa). Anche ogni Parola letta venerdì aveva il profumo del Dio che parla in maniera impeccabile.
“Siamo fatti per l’eternità – ha detto don Raimondo durante l’omelia- la vita è solo un passaggio, sulla terra tutti abbiamo un termine. Nelle nostre attese e prospettive non vediamo il segno di Dio, ma il destino del credente è che al termine della vita sarà giudicato per l’amore e l’attenzione che ha avuto per gli altri. Non dobbiamo essere presi da euforia, disagio e distrazione, non facciamoci distrarre da quei seduttore che ci distraggono dalla verità”.
In questo momento di dolore è risuonato forte il valore della famiglia non solo di quella della mamma Angela, del papà Amedeo e della sorella Giorgia ma anche di zii e cugini. Nei saluti conclusivi di Giorgia e delle cugine Claudia e Martina c’era il riferimento “alla nostra numerosa e chiassosa famiglia”.
Alla fine della messa dopo il lancio dei palloncini risuona il grido della mamma a tutti coloro che con la loro presenza si erano voluti stringere interno alla loro famiglia in questo dolore così grande: “Grazie a tutti”.
Facciamo nostre le parole di Daniele Fortunato capo sout che nel suo saluto ha detto “… dobbiamo uscire da questo luogo sacro portando a casa la responsabilità di continuare a vivere la nostra vita nell’amore, conservando il ricordo di Gloria in una porzione della nostra”.
Continuiamo a pregare Maria santissima e Dio con il cuore elevato al cielo per questa famiglia. La preghiera per l’altro avvicina i cuori. Lo dico per esperienza personale: quando in tre anni persi mio fratello, mia mamma e mio padre sentivo a pelle la forza della preghiera del mio gruppo del Rinnovamento nello Spirito che pregava per me.