Il dono non scontato dell’Amore
Commento al Vangelo di don Nicola Florio
In queste domeniche il Signore ci sta aiutando a crescere nella fede, intesa come fiducia da riporre in Lui e nella sua presenza. Aperti a qualcosa in più che c’è e che non percepiamo immediatamente.
Nella seconda lettura il Signore dice a San Poalo: “Ti basta la mia grazia”: ti basta la mia generosità, basto io per te. Ma come possiamo credere a questa cosa? Dobbiamo prima fare i conti con la nostra testardaggine, con la nostra incredulità.
Essere increduli significa stare davanti a Dio ma continuare a credere in Dio a modo nostro. Ci è difficile credere che ci sia qualcosa in più rispetto a ciò che abbiamo capito noi. La fede significa credere che nell’altro c’è un mistero più grande che io non conosco. E siccome siamo increduli, il Signore non può compiere meraviglie. Esattamente quello che accade a Nazaret. Ci priviamo delle cose più belle perché siamo ripiegati nei nostri schemi. E Dio non ci può rivelare più nulla.
Per uscire dalla incredulità, abbiamo bisogno della profezia. Il compito del profeta è quello di aiutarci a comprendere che abbiamo un cuore indurito: ogni volta che smettiamo di sperare, ogni volta che smettiamo di credere nel bene che c’è nell’altro il nostro cuore si indurisce. Il profeta annuncia un’eccedenza: c’è qualcosa di nascosto che noi non percepiamo immediatamente; c’è qualcosa che noi non sappiamo, ma che c’è ed è un dono. Questa è la grazia. C’è un di più che ci attende. E noi siamo chiamati a rimanere aperti, a non lasciarci schiacciare dalle nostre abitudini, anche nell’ambito della fede.
E poi questa domenica vuole riconciliarci con la nostra debolezza: è in essa che si manifesta la grazia di Dio. Quando non ce la facciamo vuol dire che siamo falliti? Che non valiamo niente? Oppure vuol dire arrendersi per gustare la grazia di Dio? Non è quando siamo assetati che gustiamo maggiormente un bicchiere di acqua fresca? Non è quando ci sentiamo soli che apprezziamo di più l’abbraccio di una persona cara? Proprio quando non bastiamo a noi stessi, gli altri possono diventare angeli che ci fanno gustare qualcosa di bello, espressione dell’amore “non scontato” di Dio.
Facciamo tanta fatica a credere nel modo in cui Dio è presente nella nostra vita. Usciamo da un cuore che si è abituato a vivere in una certa maniera, e apriamoci alla grazia di Dio. Nella nostra debolezza si manifesta la potenza di Dio.