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Il credente è una persona educata nel mondo civile ed anche in quello digitale

Salvare, giustificare, convertire, condividere, seguaci sono solo alcuni dei concetti teologici che ritroviamo nel mondo o meglio nella vita digitale. Sarà un semplice caso o una “santa ispirazione profetica”?

Personalmente mi sono innamorata delle potenzialità del computer quando ho cominciato a vederlo come uno strumento di annuncio della Buona Novella. Nell’avvicinarmi e continuando ad avere un approccio di curiosità che mi permette di imparare sempre cose nuove, ho cominciato a constatare che la rete, come dice don Antonio Spadaro, non è un semplice strumento ma è un luogo in cui noi viviamo a tutti gli effetti. In rete facciamo la spesa, possiamo incontrare nuovi amici, impariamo cose nuove, condividiamo delle esperienze, e simili. Ogni lavoro è stato profondamente modificato/rivoluzionato dall’uso dei computer e dall’uso della rete. Se provo a immaginare il mio lavoro di assistente amministrativa di trenta/quaranta anni fa c’è un abisso.

Un anno fa stavo impostando una mail importante con la mia collega Cristina Pantaleo. Io cominciai a scrivere “Buongiorno…” e lei un po’ perplessa per questo saluto sorrise e io : “Anche in rete c’è un educazione digitale”. E lei continuando a sorridere rispose “mai sentito parlare di educazione digitale “. Ad aprire una mail c’è una persona e quando incontri una persona prima di ogni altra parola non spendi forse una parola per un saluto? Si tratta di un saluto digitale che sottintende anche un “Siamo sulla stessa barca”, concetto molto caro a papa Francesco.

Una persona educata è semplicemente una persona che rispetta l’altro: puoi essere la persona più potente, più ricca al mondo ma non hai rispetto per chi incontri significa che non hai capito nulla della vita e di ciò che hai o di ciò che sei. Ogni regola di buona educazione ci riporta fondamentalmente al rispetto dell’altro.

Ogni credente non può dire “Credo in Dio, so tutte le preghiere che posso sapere, frequento i sacramenti … questo basta. C’è una contraddizione interna: prima di essere credenti siamo degli esseri umani che dovrebbero essere educati: possiamo essere i credenti più fervorosi e non salutiamo chi conosciamo e incontriamo per strada, siamo maleducati e a quel punto a cosa serve la nostra fede?

Se nel mondo in cui si ha la possibilità di guardare negli occhi l’altro ci sono delle regole di educazione così anche nel mondo digitale. Basta cercare di applicare le regole d’oro del Vangelo “Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro“. Proviamo a fare qualche esempio: se espongo un quesito/richiesta saluto….mi aspetto che l’altro almeno entro le 24/48 ore possa rispondere. Ci immaginiamo se incontriamo qualcuno o andiamo apposta in un luogo per parlarci e questo fa scena muta?

Non dimentichiamo il rispetto degli spazi digitali dell’altro: inoltrare video/foto/messaggi asettici di cui non conosciamo la provenienza e la veridicità ma semplicemente inoltrateci da altri non è rispetto dell’altro. Si riempie la memoria di cose inutili! Vuoi salutare e/o augurare una buona giornata a qualcuno? Usa un semplice messaggio scritto con qualche emoji personalizzato. Devi scrivere una mail non automatizzata? Pensa che dall’altra parte c’è una persona e quindi usa toni gentili ed educati. Stessi toni che dovrebbero essere usati sui social e in ogni altro contesto digitale e umano

Le regole anche a livello digitale (come nel mondo in cui ci si guarda negli occhi) possono essere tante ma tutte sono riconducibili a una: usa gli strumenti digitali avendo rispetto dell’altro. Sant’Agostino direbbe “Ama a fa ciò che vuoi”, un motto che è oggettivamente più facile a dire che a rispettare.

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