I sensi che salvano
Commento al Vangelo di don Nicola Florio
Il Vangelo di questa domenica ci racconta la guarigione di un sordomuto. Questa è però preceduta da una “preghiera di intercessione”: alcune persone portano quest’uomo a Gesù “pregandolo di imporgli la mano”. Questi amici nella fede si fanno portavoce della sofferenza di quell’uomo, e non chiedono un miracolo specifico: semplicemente lo affidano al Signore. Quanto è importante questa presenza anche nella nostra vita: è bello sapere di poter contare su qualcuno che si prende cura di te anche attraverso la preghiera.
Nella guarigione del sordomuto vediamo, poi, come Gesù lo porta in disparte: restano da soli, faccia a faccia, cuore a cuore. Il Signore ha bisogno di un rapporto personale per cambiare la nostra vita. E questo ha da dirci qualcosa: noi siamo invasi dai social che ci fanno comunicare con tutti, anche quando nessuno ci ascolta; ci piace essere conosciuti da un mucchio di sconosciuti!
E invece Gesù lo porta in disparte, lontano dalla folla: “Io e te soli, per questo tempo niente conta più di te”. E possiamo immaginare quello che Gesù fa, con poche parole e gesti molto intimi: prende quel volto fra le mani, occhi negli occhi, lo tocca e pone le sue dita sulle orecchie dell’uomo; poi con la saliva toccò la sua lingua. Sembrano i gesti di uno scultore che sta plasmando la sua opera d’arte; sono i gesti simili alle carezze di un innamorato.
Questo è il nostro Dio: per guarire i nostri sensi, usa tutti i suoi sensi: occhi, orecchie, bocca, mani! E ci aiuta a percepire la vita (a questo servono i sensi) come la percepisce lui, con lo stesso cuore.
Guardando poi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: “Apriti!”. E ad aprirsi non sono solo le sue orecchie e la sua bocca ma tutta la sua persona: apriti ad un modo nuovo di percepire il mondo; apriti e usa i tuoi sensi per portare amore e pace. Apriti con fiducia al Signore e la tua vita sarà veramente nuova.