Gesù non si arrende e chiede ai discepoli un coinvolgimento diretto

(Commento al Vangelo di don Raimondo Artese)

Il Signore non resta impassibile di fronte ai bisogni umani e, anche nella parola di oggi, dimostra l’attenzione, che ha sempre avuto, verso le sofferenze incontrate sul suo cammino in mezzo agli uomini.

Chiede a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Ma, nella sua risposta, Filippo si limita a quantificare che «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». Ma Gesù non si arrende e chiede ai discepoli un coinvolgimento diretto, che comporta il passaggio dal provvedere al mettersi a servizio, donando quello di cui si dispone. «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?».

Anche oggi noi, come Chiesa, dovremmo comprendere che quella fame e quella sete, che è nell’uomo, non ha la sua risposta nel pane quotidiano che si mangia, ma ciò che può saziare il bisogno e il desiderio dell’ essere umano, cioè l’essere nutriti dal Cristo, Pane di Vita.

Ed io come condivido con gli altri? Ricerco il Pane di vita o solo quello che mi sfama?
Signore, quante volte di fronte ai problemi che sono nel mondo: la fame, le guerre, l’immoralità, la lontananza da te, … mi sento scoraggiato donami Tu la forza per non abbattermi ma per continuare ad essere segno e strumento nelle Tue mani. Amen

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