Gesù è il vero tesoro per cui vale la pena spendersi per possederlo e per donarlo

(Commento al Vangelo di don Mario Pagan)

Il vangelo di questa domenica ci invita a cercare il vero tesoro per cui vale la pena di lasciare tutto il resto. Gesù dice che questo tesoro è il Regno dei cieli, ma in realtà è Gesù stesso.

Dobbiamo mettere  fin d’ora ogni impegno nell’assumere questa prospettiva evitando di lasciarci distrarre e attirare dalle tante cose che passano. Tutto quello che appartiene a questo mondo è fugace e labile, ma c’è qualcosa che rimane, qualcosa che viene incontro a noi e a cui noi dobbiamo con fiducia andare incontro, questa realtà è il Signore.

I protagonisti delle prime due parabole che ci vengono presentate oggi possono sembrare il contadino e il ricco mercante: in realtà al centro della vicenda spiccano il tesoro e la perla.

Il tesoro nascosto esercita sul contadino una tale attrazione che egli non esita ad andare a vendere, pieno di gioia, tutto quello che ha – poco o tanto che sia- per comprare quel campo  che lo contiene.

D’altra parte, il mercante rimane talmente affascinato dalla bellezza della perla, che subito si decide a vendere tutti i suoi averi per poterla acquistare.

Il vero discepolo di Gesù non vive nel rimpianto e nella nostalgia, e non invidia nessuno di quelli che hanno ancora quanto lui ha lasciato, ma esulta ed à pieno di gioia per quello che ha trovato. Ogni giorno possiamo provare a chiederci: “ho agito da vero figlio di Dio? Ho cercato di dare gloria al suo nome? Mi sono impegnato a compiere la sua volontà? Ho resistito alla tentazione?”

Più è radicale il nostro distacco da noi stessi e da tutto ,più diventa forte la nostra appartenenza al Signore. Trovando questo tesoro che ci supera infinitamente, sperimentiamo la bellezza e la gioia del Signore e il desiderio di vivere per Lui, al punto che anche i distacchi necessari per poterlo seguire ci appaiono facili e leggeri.

Il contadino e il mercante della parabola agiscono con prontezza e la loro decisione è accompagnata dalla gioia. Gesù infatti non è un tesoro ma il tesoro per cui spendere tutte le nostre forze ed energie. Incontrandolo, riceviamo un dono inaspettato e sorprendente  e gradualmente entriamo in una logica totalmente diversa da quella del mondo: impariamo a lasciare tante cose che potevano essere anche utili ma non indispensabili, perché l’unico bene insostituibile in assoluto è Cristo stesso.

Non si può essere cristiani soltanto in modo mediocre, non dobbiamo lasciarci conquistare dalle luci false e dai desideri malsani che il maligno ci fa balenare davanti agli occhi o accontentarci di interessi e mete di scarso valore.

Dobbiamo avere il coraggio di scegliere il vero bene e il vero tesoro rispondendo sempre “si’” al Signore che ci chiede di essere totalmente suoi, totalmente liberi di accoglierlo nel nostro cuore.

Per cercare il regno di Dio e per saperlo anteporre a tutti gli altri valori passeggeri, abbiamo sempre bisogno di ottenere dall’alto la luce dello Spirito Santo, dal quale riceviamo la Sapienza, la capacità di cerare Dio e di desiderare la realtà definitiva che ci può rendere felici.

Ogni giorno dobbiamo cercare instancabilmente questo tesoro non solo per possederlo ma anche per donarlo, perché tutti abbiano la pienezza della vita e della gioia che il Signore promette e tieni in serbo per quelli che lo cercano con cuore sincero.

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