Gesù denuncia duramente le ipocrisie e le ingiustizie di cui è impregnato l’apparato religioso e sociale

(Commento al Vangelo di don Raimondo Artese)

Nella Parola di oggi Gesù, parlando ai discepoli, denuncia duramente le ipocrisie e le ingiustizie di cui è impregnato l’apparato religioso e sociale, di allora, ma come tante volte anche di oggi.
Gesù invita, coloro che lo seguono ma certamente anche noi, ad avere una doppia attenzione per:

  • guardarsi dall’essere come coloro che amano l’apparire, il lusso, gli onori, i primi posti, …;
  • guardare a quella che, anche se dona poco, ma da tutto quello che ha, per far comprendere come deve essere il vero rapporto con Dio.

Questo vuole dirci che, anche io e te, a volte possiamo vivere una religiosità falsa e ipocrita, finalizzata all’apparire, per acquistare credito e potere essere visibili agli altri. Per questo l’episodio raccontato oggi, di Gesù che è attento a quella vedova, che getta nel tesoro le sue uniche due monetine, è fortemente stridente e rimane scolpita nella memoria di chi legge il Vangelo.

Viene da pensare ma questa parola vuole provocarci? Vuole farci allontanare dalla chiesa? Ma Gesù non dice che è grande chi fa delle rinunce o privazioni, ma vuole dirci dell’importanza che dobbiamo dare per riconoscere l’amore grande di Dio per noi. Il tema delle offerte è presente in tutte le comunità, ma insieme al dovere dei fedeli di contribuire, alle necessità della Chiesa e dei poveri. Ma la dimensione spirituale delle offerte è primaria: a Dio non si offrono cose ma se stessi, nell’impegno di vita autenticamente cristiana e fedeli alla Parola.

Ed io come collaboro alla vita della Chiesa? Do’ solo qualche spicciolo o mi prodigo anche per il bene degli altri?
Signore, la fede a volte è in balia degli eventi ed alcuni si allontaniamo da Te nelle difficoltà. Insegnami a fidarmi della Tua Parola e credere nella Tua presenza, per scoprire, anche nelle piccole cose, anche se difficile, ci sono sempre la Tua presenza e i Tuoi doni. Amen

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