Gesù affida una missione: essere pescatori di uomini
(Commento al Vangelo di don Silvio Santovito)
Il Battista ci ha accompagnato nel periodo di avvento e ci ha introdotto all’anno nuovo indicandoci Gesù come l’Agnello di Dio venuto togliere il peccato del mondo. Lui poi, è stato consegnato al potere politico, cosa che avverrà anche a Gesù il quale non viene tradito da Giuda ma consegnato al potere politico per essere eliminato.
I poteri politici infatti, regolano i regni del mondo, che sono infastiditi dalla presenza dell’Agnello, perchè sono animati da una logica diversa da quella di Gesù, sono regni dove i poveri sono sfruttati, dove si ritengono grandi coloro che sono capaci di schiacciare e dominare, l’Agnello è espressione di dolcezza, di tenerezza e qualifica grandi coloro che sono capaci di amare e di servire i fratelli.
Gesù è venuto a spezzare ed eliminare le logiche egoistiche del mondo vecchio lontane dl progetto di amore di Dio per le sue creature.
Inizia la sua predicazione in Galilea, una terra semipagana, disprezzata, ritenuta insignificante. Lì annuncia che è arrivato il Regno di Dio, cioè il momento decisivo, l’occasione da non perdere, che potrebbe non ripresentarsi più e che non bisogna lasciarsi scappare.
Il Regno di Dio, a quel tempo, era la speranza del popolo, il quale aveva vissuto per secoli il tempo della monarchia, un tempo distastroso nel quale i re non avevano ascoltato la voce dei profeti e avevano continuato con la logica del potere e dello sfruttamento, comportandosi come padroni e non come pastori.
Il regno annunciato da Gesù racconta il desiderio di Dio di vedere l’uomo veramente uomo, cioè capace di amare e servire i fratelli. Aderire a tale proposta non significa andare in chiesa ma regolare tutta la vita e tutte le scelte della vita con il principio dell’amore annunciato da Gesù.
E’ così che Gesù fa vedere che i grandi non sono i dominatori, i potenti, ma i servi che amano, anzi Gesù fa vedere come rimanere legati a certe vecchie mentalità di potere e di egoismo rende la vita totalmente fallita.
Come si entra in questo regno? Ci sono due principi: convertirsi e credere nel Vangelo.
Convertirsi significa preparasi ad un terremoto nel modo di pensare, prima di tutto di pensare a Dio che non si vendica, non punisce, non condanna, non si scaglia contro nessuno, non ha bisogno delle nostre scuse per volerci bene, è questa molto spesso l’immagine di Dio che hanno anche molti cristiani, ma è un Dio buono, solo buono, infinitamente buono.
Convertirsi significa anche cambiare la scala dei valori di riferimento per le nostre scelte, chi mette al primo posto il denaro, il piacere, il successo, la carriera in tutte le scelte si lascerà guidare da questi riferimenti, sceglierà le persone, le cose da fare, il modo di vivere la giornata in base a queste cose, Gesù fa la proposta, per essere veramente uomo, di mettere in cima ai riferimenti il valore dell’amore da cui lasciarsi guidare e animare in tutte le scelte e le esperienze dela vita.
Credere nel Vangelo significa giocarsi la vita per il Vangelo con la certezza che questo ti renderà pienamente felice.
Gesù deve trovare chi vuole seguirlo e vuole condividere questo suo progetto. Trova i primi quattro discepoli chiamandoli li invita a lasciare la logica del mondo vecchio per accogliere la proposta ad essere agnelli, unica vocazione per tutti i discepoli che si realizza in modi diversi secondo le capacità di ognuno.
Gesù affida una missione, non promette nulla, invita i suoi discepoli ad essere pescatori di uomini, bisogna tirare fuori gli uomini dalla condizione di male in cui sono immersi e introdurli nel regno di Dio per farli essere veri uomini.Tutto questo è urgente, deve essere fatto subito.
L’invito ad essere discepoli di Gesù risuona all’insegna del lasciare tutto, il passato, la tradizione, tagliare con tutto ciò che non permette di aderire pienamente alla sua proposta d’amore, non vivendo più ripiegati su se stessi ma per servire e amare i fratelli.
Attenti a non vivere la tiepidezza dove alterniamo momenti in cui nella nostra vita si afferma la proposta di Gesù e momenti in cui si affermano i criteri del mondo vecchio, vivremmo una vita tiepida che non è quella che Gesù vuole per noi.
In questa domenica della Parola chiediamo a Dio con tutto il cuore di non continuare a credere al Vangelo ma di cominiciare a credere nel Vangelo giocandoci la vita per Lui sapendo che Lui lo ha già fatto per noi.