“Gaudete in domino”
Commento al Vangelo della III domenica di Avvento di don Giovanni Boezzi
«Rallegratevi sempre nel Signore, ve lo ripeto: rallegratevi. Il Signore è vicino!» (antifona d’ingresso). Rallegratevi, in latino: Gaudete. È il nome dato a questa terza domenica di Avvento: domenica Gaudete, della gioia. Il motivo di questo invito è chiaro: «Il Signore è vicino». Anzi sta già «in mezzo a voi».
Ma a chi è rivolto questo invito? Chi gioisce? Gioisce Isaia, che può annunciare al popolo, rientrato dall’esilio e chiamato a ricostruire la nazione ridotta in macerie. Gioiscono i poveri del Signore che ricevono questo annuncio, Dio è con loro e per loro, e viene per la loro liberazione!
Gioisce la comunità di Tessalonica, raggiunta dall’invito: «Siate sempre lieti». Gioisce Maria che presta la voce e le parole del suo cantico a tutti gli umili e assetati della storia, pronti a magnificare il Signore per le grandi cose che realizza nella storia degli uomini stendendo, nei secoli, la sua misericordia. Gioisce Giovanni Battista, per la sua vocazione a essere testimone della luce, l’annunciatore di colui «che viene dopo», ma è già in mezzo al suo popolo.
La gioia di Giovanni è quella di poter finalmente indicare una Presenza, una realtà salvifica per tutto il popolo.
In questa domenica siamo chiamati a inserirci in questa fiumana di esultanza che attraversa i secoli e giunge fino a noi, «perché viviamo nella gioia l’attesa del Salvatore che viene» (colletta). Ma c’è un segreto, una strada, per vivere in questa gioia? Ci sono almeno due indicazioni.
La prima è il riconoscimento, in Gesù Cristo, della presenza del Dio amante dell’uomo. Gesù non solo ha vissuto le nostre gioie nella sua umanità, ma è lui stesso la nostra gioia, la nostra speranza. «Gesù-nostra-gioia» è il nome nuovo di nostro Signore.
La seconda deriva dalla prima: la fonte della gioia è nella relazione con «Gesù-nostra-gioia», in modo particolare in quella relazione che noi chiamiamo preghiera. È Paolo nella seconda lettura a coniugare il tema della gioia con quello della preghiera: «Siate sempre lieti, pregate ininterrottamente, in ogni cosa rendete grazie».
Nella preghiera assidua, profonda, fiduciale, fatta nello Spirito Santo, impareremo a discernere e a scegliere di vivere immersi nella luce che è Cristo.
Una perplessità: ma si può parlare di gioia nel nostro mondo, attraversato com’è da ingiustizie, discriminazioni, povertà, crisi ecologica, guerre, fame, odio? Insomma si può annunciare Gesù-nostra-gioia nell’oscurità?
Non solo si può ma si deve: è proprio il compito di noi cristiani annunciare a chi, come noi, cammina nelle tenebre, che abbiamo visto una grande luce. La gioia cristiana non è figlia di un ingenuo ottimismo, ma della fede in Cristo Signore. Incendiare la notte del mondo con la luce di Gesù: è la nostra vocazione di testimoni della luce.