Francesco ed Elena, un amore puro che dona speranza
Quanta bellezza c’è nella vita e nell’altro, bisogna solo imparare a coglierla. Tempo fa una mia carissima amica mi chiese: “Scrivi ancora le storie delle persone? Se lo fai devi andare da Francesco ed Elena, sono incredibilmente belli. In questa coppia di sposi riesci a scorgere un amore così puro e profondo che non può non essere raccontata. Nel momento stesso che li ho conosciuti e ho chiesto questa disponibilità a raccontare la loro storia, mi hanno risposto: “Sì per dare speranza a chi non ne ha”.
Questa è la storia di Francesco ed Elena, una coppia che riesce a trasmettere tutto ciò che diceva questa mia amica e anche oltre ma soprattutto una infinita gioia di vivere e di quanto amore ci possa essere tra moglie e marito. L’unica parte del corpo che Francesco riesce a muovere è la testa e per lui è tantissimo perché grazie a questo può attivare un telecomando per potersi muovere con la carrozzina e cambiare anche i canali della televisione. Anche se non può gustare niente ama cucinare e allora divengono Francesco la mente ed Elena le sue braccia. Ama tutte quelle tradizioni contadine acquisiste vivendo qui a San Salvo e frequentando le case degli amici. E così il terrazzo e la tavernetta divengono i luoghi ideali per fare salsicce, ventricine, salsa, sottaceti e tutto che si può fare in casa. Amano ospitare amici e familiari e in tempo di non covid la loro casa è spesso e volentieri luogo di accoglienza. Vivono h24 sempre insieme godendosi ogni micro istante nella bellezza dell’altro.
Francesco mi parli di te?
Io sono originario di Brindisi, città dove sono rimasto fino all’età di tre anni, quando è morta mia mamma. Ci trasferimmo poi tutti in famiglia qui a San Salvo dove papà già lavorava da prima che nascessi io. Siccome in seconda media fui bocciato mio padre mi mandò in una una scuola privata gestita da frati. Uscivo di casa alle 8.30 e rientravo intorno alle 18.00 e a me piaceva molto perché praticavo un sacco di sport. A 19 anni ebbi un bruttissimo incidente, andammo fuori strada. Il mio amico che guidava morì sul colpo e io finii al centro di riabilitazione di Pescara dove mi avevano dato per spacciato. Mio padre incontrò in sala d’attesa una signora che gli parlò di un grande luminare di Milano. Mio padre lo contattò e di lì a poco, pagando privatamente un’autoambulanza mi fece operare a Milano. Dopo una settimana ero seduto sul letto a mangiare da solo la pastina. Dovetti fare un sacco di riabilitazione ma poi tornai a una vita normale. Mi diplomai e trovai lavoro come geometra in una ditta di San Salvo. Andavo in piscina, a sciare e facevo persino l’istruttore di nuoto. Dopo quattro o cinque anni dall’incidente cominciai ad avere problemi a una gamba, cominciai a zoppicare e a un certo punto mentre ero in ufficio mi accorsi che avevo perso la sensibilità di un braccio. Da lì scoprirono che l’incidente mi aveva causato una compressione del midollo spinale. Nessun medico voleva intervenire solo uno di Firenze accettò di operarmi. Poi è stato un susseguirsi di eventi fisici che hanno portato il mio corpo a poter muovere solo la testa, ad alimentarmi con la peg e con il costante bisogno di fare terapie. A parte alcuni momenti in cui mi deprimevo fondamentalmente ho sempre affrontato ogni intervento, viaggio e terapia con il desiderio di stare bene senza tante pippe.
Come vi siete conosciuti e quando vi siete innamorati e deciso di sposarvi?
An un certo punto della mia vita avevo bisogno di una badante e dopo diverse che mi rubavano anche i soldi è arrivata finalmente Elena. Il mio primo pensiero quando la vidi fu che era troppo gracilina per riuscire a prendersi cura di me. La seconda notte che era a servizio mi accarezzò semplicemente e teneramente sulla fronte e riuscii finalmente a trascorrere una notte serena come non mi accadeva più da chissà quanti anni. Conoscendola ho iniziato ad apprezzare la sua bontà d’animo e la sua capacità di fare questo lavoro con amore. Erano queste delle qualità rare che non avevo mai riscontrato nelle mie ragazze precedenti (con una ho convissuto anche per ben sette lunghi anni) (Francesco).
Io cercavo lavoro come badante, un lavoro che amo profondamente perché ti fa conoscere delle persone che hanno tanto da insegnare. Con Francesco è stato per me amore a prima vista. Nel momento in cui l’ho visto non capivo più niente e pensai: “Questo è l’uomo della mia vita”. Dopo un mese che lavoravo con lui mi sono dichiarata e gli ho detto “Io non posso più prendere soldi da te perché sono innamorata di te. Voglio occuparmi di te ma senza soldi perché ti amo”. E così è stato. (Elena)
Dopo un altro grave episodio di salute che mi aveva riportato di nuovo in coma ho pensato: “La vita può finire da un momento all’altro. Voglio che Elena sia mia moglie” e così ho deciso di chiederle di sposarmi. Lo feci in maniera romantica con tanto di fiori e facendo venire un mio amico a suonare la chitarra. (Francesco)
Com’è la vostra vita?
Stiamo sempre insieme, passiamo spesso da un ospedale all’altro e da una terapia all’atra ma siamo felici, cuore a cuore h24 e se potessimo anche di più.