Feste patronali svuotate? Ripartiamo dall'”Annuncio” kerigmatico
Fino a qualche anno fa le feste patronali rappresentavano oltre che degli eventi religiosi anche degli eventi che riuscivano ad attirare tantissima gente. Era tutta la città e gli abitanti dei paesi limitrofi che accorrevano. Le luminarie, gli spari e i cantanti di grido facevano da cassa di risonanza. Una volta erano le uniche occasioni di svago. Il comitato di turno era contento perché vedeva in tutta quella gente il successo del proprio operato. Ora tutto questo sta svanendo e forse in alcuni posti è già svanito e in altri ci sono ancora tantissime isole felici. Come può anche darsi che presto le persone torneranno ad affollare le feste patronali dappertutto e se così sarà sarebbe bello che lo tornassero per Cristo e non per il cantante di grido.
Dopo qualche anno sono tornata nei paesi dei miei suoceri nel Salento. Essendo giorni di feste patronali di tanti paesi limitrofi, la sera, come negli anni addietro, facevamo un giro in famiglia in quei posti. Ma spesso era un tonfo al cuore: questi eventi non richiamano più la folla di una volta. E anche il numero di persone che partecipano alle celebrazioni eucaristiche si è ridotto drasticamente. Nel giorno della festa dell’Assunta (una festa importantissima per noi cattolici) in una chiesa che negli altri anni nello stesso giorno era strapiena, c’erano a mala pena meno di trenta persone compresi noi sei (la maggior parte seduta dietro quasi “in disparte”). Il sacrestano aveva difficoltà a cercare chi andasse a leggere la Parola di Dio. Se prima per trovare parcheggio in queste occasioni dovevi girare a vuoto per tanto tempo quest’anno trovavamo parcheggio vicino a dove si faceva la festa.
Molti attribuiscono tutto questo alla pandemia. Ma un fidanzato innamorato rinuncia forse a incontrare la propria amata per un impedimento che trova per strada? Se così fosse significherebbe che quell’amore non è amore o per lo meno ha bisogno di quella fiamma che fa ardere quell’amore.
Il trend dell’abbandono era già in atto prima del Covid, la pandemia ne ha solo accelerato i tempi.
Se prima aveva un senso la festa in cui si costituiva un comitato per organizzare una festa patronale in quel modo perché erano le uniche occasioni di svago, oggi non è più così, è come se fosse divenuto anacronistico. Anche i comuni più piccoli organizzano diversi eventi di svago e ognuno sceglie la serata/svago che più lo soddisfa.
Il divertimento oggi lo si trova dappertutto Cristo no. Potrebbe essere una cosa buona ripartire da Lui e dall’annuncio kerigmatico: feste patronali per creare non solo occasioni di divertimento ma soprattutto di annuncio della lieta novella. Non più il “comitato feste” ma il “comitato di annunciatori di Cristo“. No al “si è fatto sempre così” ma mettiamoci in cerchio e in ascolto (le cosiddette tecniche di Brainstorming) di chi ci è a fianco e ripartiamo senza timore e vergogna dal Dio vivente con grande creatività e prendendo spunto da tutto ciò che ci circonda e soprattutto dalle persone che vivono nelle nostre città.
Ad esempio si potrebbe proporre una festa patronale con un teatro/musical sulla vita del santo che si festeggia, un anno di preparazione dell’evento con formazione catechetica (non solo, “uno parla altri ascoltano” ma anche con le tantissime tecniche di coinvolgimento già in uso in diversi ambiti: formazione permanente per amare sempre più Dio), attività a tema coinvolgendo coloro di cui il santo è patrono (esempio san Pantaleo patrono dei medici e delle ostetriche? organizziamo qualcosa coinvolgendo medici e ostetriche), un’ora di adorazione del Santissimo Sacramento” dentro una tenda in piazza, sacerdoti che confessano in piazza, giochi all’aperto coinvolgendo le associazioni del territorio, concerti di musica sacra, momenti di convivialità e dello stare insieme dove ognuno porta qualcosa…..E se un comitato deve andare in giro per raccogliere soldi, questi soldi dovrebbero essere utilizzati o per far del bene o per realizzare qualcosa per la parrocchia o qualcosa per le persone di cui il santo è patrono.
Ma quanti fedeli sono disposti a rinunciare a quella sorta di abitudine/tradizione/si è sempre fatto così che si è creato intorno a una festa patronale? Quanti hanno il coraggio di rimettersi in discussione e fare spazio a nuove idee per annunciare Cristo?
Troppo spesso sembra che Gesù debba essere annunciato di striscio attraverso tutt’altro. Diamo per scontato che Cristo non regga alle attrattive delle cose del mondo e quindi bisogna usare degli escamotage per parlare di Dio. Quando ricominciamo semplicemente ad annunciare Cristo? Basterà lo svuotamento delle chiese?