Fenomenologia della separazione
In dialogo con i fratelli e sorelle separati, divorziati, e divorziati risposati
Rubrica a cura di Don Giovanni Boezzi delegato dai sacerdoti della Zona Pastorale di Vasto per la Famiglia
La separazione – come già detto precedentemente – non è mai un fatto indolore, né per i protagonisti né tanto meno per i figli, essa rappresenta sempre un dramma. Le problematiche (cognitive, affettive, relazionali, educative, economiche) connesse con questo evento, per quanto diversificate da caso a caso, sono particolarmente complesse.
La situazione nuova implica, sotto ogni aspetto, cambiamenti radicali nei soggetti (coniugi e figli), non sempre valutati a sufficienza nelle loro effettive conseguenze psico-pedagogiche, socio-ambientali, giuridiche e religiose. Ciò richiede ed esige l’elaborazione di un lutto, con la sua durata e le sue tappe tipiche:
- Shok iniziale;
- Tentativo di negazione;
- Esternazione di emozioni e sentimenti;
- Progressiva presa di coscienza di quanto è accaduto;
- Senso di colpa e/o ricerca di perdono;
- Celebrazione dell’evento luttuoso;
- Inizio di una nuova vita.
«Uscire fuori da una relazione non è facile. La razionalità deve venire a patti con l’emotività, il detto col non-detto; il che comporta modifiche nell’umore, nelle abitudini, perfino nella chimica del cervello. Ognuno deve darsi una nuova identità in sostituzione di quella che si indebolisce con il venir meno di un legame che bene o male aveva contribuito a strutturarla» (A. Oliviero Ferraris, Dai figli non si divorzia, Milano 2005, 15).
In tutte le tappe e situazioni, per quanto diversificate da caso a caso, è possibile individuare delle rimanenze che delineano il vissuto dei separati e lo caratterizzano in termini sufficientemente costanti: L’esperienza di un fallimento: quando una persona vive stati d’animo di questo genere e vede venir meno un patto matrimoniale su cui aveva posto le sue più grandi attese, è difficile che possa evitare l’impressione di una sconfitta, la sensazione che qualcosa di importante si è spezzato.
L’insicurezza/instabilità: alla sensazione di fallimento si accompagna, non di rado, una perdita di stima di sé, a cui consegue instabilità e insicurezza. L’evento della separazione è inevitabilmente destabilizzante, anche in chi ha preso per prima l’iniziativa.
Solitudine e smarrimento: alla separazione subentra generalmente un profondo senso di solitudine, soprattutto in chi si trova a subire la separazione senza averla scelta. La rottura del vincolo matrimoniale costringe a rivedere stili e ambienti di vita. Una sfida non facile da affrontare, anche perché nel separato può prevalere la sensazione di essere emarginato dal gruppo e dalla condivisone sociale a cui si era abituato.
Roberta ci dice: «Ci si ritrova a dover crescere i figli da soli, a non aver più accanto una persona adulta con cui relazionarsi e a volte si finisce per parlare da soli. Dopo aver passato insieme più di vent’anni, non ci si ricorda più come si era prima e si avverte di dover ricostruire tutta una nuova identità».
Carissimi, sto cercando di fare un cammino che inizi con quanto è successo per poi arrivare piano piano nel presente, finisco con questa bellissima preghiera allo Spirito Santo scritta da Paolo VI:
Vieni, o Spirito Santo
e donami un cuore puro, pronto ad amare Cristo Signore con la pienezza, la profondità e la gioia
che tu solo sai infondere.
Donami un cuore puro, come quello di un fanciullo che non conosce il male
se non per combatterla e fuggirlo.
Vieni, o Spirito Santo e donami un cuore grande, aperto alla tua parola ispiratrice e chiuso ad ogni meschina ambizione.
Donami un cuore grande e forte capace di amare tutti, deciso a sostenere per loro ogni prova, noia e stanchezza, ogni delusione e offesa.
Donami un cuore grande, forte e costante fino al sacrificio, felice solo di palpitare con il cuore di Cristo e di compiere umilmente, fedelmente e coraggiosamente la volontà di Dio. Amen.