Famiglia, la più grande Cenerentola della Chiesa

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“..stamattina durante la preghiera per gli sposi mi sentivo esclusa…”è il commento di una mia amica non ancora sposata che ha partecipato alla messa della festa della “Santa Famiglia Gesù, Maria e Giuseppe”, festa collocata nella domenica tra il Natale e il 1° gennaio, festa della Madre di Dio. In questa occasione buona parte delle parrocchie hanno pensato di fare la benedizione e la preghiera degli sposi.

Quando si pensa alla “famiglia” si pensa semplicemente alla famiglia canonica mamma, papà e figli e in particolare alle coppie di sposi. Spesso ho l’impressione che nella Chiesa e per una buona fetta dei sacerdoti la pastorale familiare sia quasi una situazione di nicchia che riguarda solo determinate persone a cui dedicare eventualmente, un corso per fidanzati, e come li definisce don Luigi Maria Epicoco, i cosiddetti gadget ossia delle benedizioni e/o degli extra ad hoc che sembrano aggiungere in alcune occasioni chissà cosa al grande mistero della Liturgia.

È molto raro incontrare sacerdoti che danno alla famiglia il giusto posto.

Ci sono delle dimensioni che solo raramente sono presi in considerazione quando si parla di famiglia e che sono alla base della nostra fede: l’essere figli e l’essere fratelli. Paradossalmente non se ne parla neanche quando i vari movimenti ecclesiali e/o le pastorali/consulte sulla famiglia li organizzano giornate ed eventi per la famiglia: tant’è che gli invitati a questi incontri sono fondamentalmente coppie e tutti gli altri sentono che sono argomenti che non li riguarda.

Se pensiamo che il Vangelo di domenica non è incentrato sugli sposi ma su Gesù, il figlio di Gesù e Maria, che si allontana dai genitori per pensare alle cose del Padre celeste. Gesù nel donarci la preghiera del Padre nostro, la prima Parola è Padre. Luigi Maria Epicoco scrive sull’Osservatore Romano del 4 dicembre 2021: “È stato calcolato che Gesù usa circa 170 volte l’espressione “padre” nei Vangeli. Non è un riferimento autoritario, è invece un riferimento di appartenenza: siamo di qualcuno, la nostra vita non è priva di fondamento, siamo voluti, desiderati fin dall’inizio“.

Quanti di noi si sentono nel profondo davvero dei figli e dei figli amati da Dio? Anche a livello biologico ognuno è figlio di un uomo e una donna. La Parola di Dio è ricchissima di racconti di famiglia sui figli. Racconti che ci aiutano, ci educano a vivere la nostra dimensione di figliolanza nella gratitudine e nella gioia.

Idem per il discorso “fratelli”: nella preghiera del Padre Nostro, la seconda parola è “Nostro”. I figli di uno stesso padre si chiamano fratelli. Quanti racconti di fratelli ci sono nella bibbia? Spesso a parole diciamo fratelli e sorelle in Cristo ma quanti viviamo e o sentiamo in profondità questo senso di fraternità?

Come cambierebbe la Chiesa stessa e di riflesso anche la società se si cominciasse a dare valore a una pastorale famigliare che riguarda proprio tutti e non solo le coppie di sposi? Una pastorale che aiuti tutti gli uomini e tutte le donne a sentirsi figli e fratelli e poi sposi (coloro che hanno questa chiamata) ci potrebbe aiutare a vivere una fede autentica non distaccata dalla vita concreta: “Sì Dio va bene ma il mondo è altro”.

Forse si tratterebbe di pensare in maniera creativa andando incontro alle esigenze pratiche delle persone e utilizzare la Parola affinché essa stessa possa parlare alla quotidianità delle persone e senza discorsi filosofici.

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