Famiglia è la “gara” nella quale vince chi si sottomette, chi “perde per vincere” e se le inventa di ogni tipo per far vincere tutti.
Commento al Vangelo di don Enzo Falasca
Gesù è diventato quello che è diventato grazie ai suoi genitori. Gesù, grazie a Maria e Giuseppe, cresce in sapienza, età e grazia. E se ci fermassimo qui, non avremmo detto nulla di così stupefacente. È facile intuire che da due genitori santi ci sono ottime probabilità che vengano fuori figli santi! La storia della Chiesa ha vari esempi a riguardo (vedi per esempio Santa Teresa di Gesù Bambino e i suoi genitori!).
Il Vangelo però ci dipinge questa verità con tratteggi drammatici e per certi versi “scandalosi”.
Maria e Giuseppe, infatti, nella parte iniziale del racconto ne escono malconci: si perdono il figlio durante il pellegrinaggio, lo ritrovano dopo tre giorni, si meravigliano di trovarlo a dialogare con gli adulti nel tempio, non lo capiscono quando Egli dice di doversi occupare delle cose del Padre suo. Insomma: non ne indovinano una.
Ma qui inizia il bello: Dio, in casi come questo, cosa fa? Gesù come reagisce? Il Vangelo dice che tornò a casa con loro e stava loro “sottomesso”. Questo termine oggi è antipatico quanto mai: se vuoi inimicarti qualcuno chiedigli di sottomettersi, se vuoi alzare un polverone parla di sottomissione nel 2024, se vuoi passare per un despote chiedi questo a chi ti sta intorno.
“Sottomesso” invece, nella Bibbia, ha un senso nobile: significa “mettersi sotto a”. Questo termine lo aveva usato anche San Paolo parlando delle mogli alle quali chiedeva di “sottomettersi” ai mariti, ossia di mettersi sotto alla missione dei mariti che è quella di amare le proprie moglie. Sottomettiti è un modo per dire: aiuta chi ti sta accanto a realizzare la sua missione nel mondo.
Dunque Gesù si sottomette a Maria e Giuseppe nel senso che li aiuta nella loro missione che è quella di farlo crescere in sapienza, età e grazia. Gesù, seppur dodicenne, aveva intuito questo: per crescere io devo far crescere loro. Dio cresce quando cresce l’uomo.
Gesù resta nella relazione con Maria e Giuseppe e questo è il suo occuparsi delle cose del Padre suo. I suoi genitori sono le cose del Padre suo. Maria e Giuseppe avranno un figlio che li aiuterà a diventare quella Maria e quel Giuseppe che noi conosciamo, santi, genitori veramente santi. Segno di una santità non facile, non a basso presso, ma frutto della docilità che nasce dalla grazia di farsi aiutare da Gesù.
Come tutto questo illumina i nostri vissuti quotidiani?
Io sacerdote mi sottometto: al Vescovo aiutandolo a vivere la sua missione, così come mi sottometto ai miei confratelli offrendo servizio e vicinanza, così come sostengo la missione dei tanti laici e sposi che mi circondano a realizzarsi nella loro vocazione specifica nel mondo.
Voi sposi vi sottomettete reciprocamente per far crescere la missione d’amore dell’altro.
Voi genitori vi sottomettete alla missione dei vostri figli che è quella di vivere da figli di Dio.
Voi figli vi sottomettete ai genitori aiutandoli nella loro grandiosa missione di farvi crescere in sapienza, età e grazia.
La Festa di oggi è una “gara” nella quale vince chi si sottomette, chi “perde per vincere” e se le inventa di ogni tipo per far vincere tutti.