“Eppure Soffia”, la canzone di Pierangelo Bertoli in difesa del creato
(Carlo colombo Calabria)
Considero la canzone più bella di Pierangelo Bertoli. https://youtu.be/hOxLD7Eb9h4
“Eppure Soffia”, il brano del 1976, è il canto di un tema di grande attualità nonostante i suoi 47m anni.
Una canzone che “ ce le canta” ancora come allora. Le su poesie denuncia toccano i sensi di una società lanciata, già da allora, nella competizione continua, rendendo evidenti le contraddizioni dell’uomo moderno che nonostante la capacità di riflettere e di valutare, si lascia coinvolgere passivamente dalla legge dell’economia, intrinsecamente, dice il fisico Emilio Del Giudice, un fatto che genera patologia che crea malattia. Competizione fra gli uomini e non cooperazione per vivere secondo la legge biologica dell’umano.
Un artista semplice, vero, anche se non condivido le sue idee politiche, ho apprezzato in ogni suo testo il garbo e l’ardore con cui ha trattato temi cari all’umano; validi allora e validi ancora di più oggi.
Competizione uguale a distruzione, la follia della guerra sono le questioni cocenti cantati a voce alta e armoniosa, senza metafore o divagazioni musicali, ma a pieni polmoni a canto schietto capace di trovare la strada diretta nel cuore dell’umano.
La sete di denaro e di potere ha innescato la competizione dell’uomo, patologia che porta alla distruzione di tutto il creato.
Non c’è più niente da spiegare ma di ascoltare, la voce di un poeta, che canta più di allora ancora a pieni polmoni.
“Eppure Soffia” Pierangelo Bertoli
E l’acqua si riempie di schiuma, il cielo di fumi
La chimica lebbra distrugge la vita nei fiumi
Uccelli che volano a stento, malati di morte
Il freddo interesse alla vita ha sbarrato le porte
Un’isola intera ha trovato nel mare una tomba
Il falso progresso ha voluto provare una bomba
Una pioggia che toglie la sete alla terra, che è viva
Invece le porta la morte, perché è radioattiva
Eppure il vento soffia ancora
Spruzza l’acqua alle navi sulla prora
E sussurra canzoni tra le foglie
Bacia i fiori, li bacia e non li coglie
Un giorno il denaro ha scoperto la guerra mondiale
Ha dato il suo putrido segno all’istinto bestiale
Ha ucciso, bruciato, distrutto in un triste rosario
E tutta la terra si è avvolta in un nero sudario
E presto la chiave nascosta di nuovi segreti
Così copriranno di fango persino i pianeti
Vorranno inquinare le stelle, la guerra tra i soli
I crimini contro la vita li chiamano errori
Eppure il vento soffia ancora
Spruzza l’acqua alle navi sulla prora
E sussurra canzoni tra le foglie
Bacia i fiori, li bacia e non li coglie
Eppure sfiora le campagne
Accarezza sui fianchi le montagne
E scompiglia le donne fra i capelli
Corre a gara in volo con gli uccelli
Eppure il vento soffia ancora.
Pierangelo Bertoli