E se a servire in parrocchia fosse l’intera comunità in tutti i suoi membri?
La vita di una parrocchia è fondamentalmente come quella di una grande famiglia che ha tante sfaccettature quanti sono i suoi parrocchiani. E come in ogni casa, ci sono tanti servizi da adempiere perché questa famiglia possa reggersi e progredire nell’Amore.
E anche se ha come Padre un Dio onnipotente e vivo ed eternamente all’opera, ha bisogno di tutti i suoi membri affinché anche le pietre scartate da altri possano divenire delle testate d’angolo. Nella maggior parte dei casi, solitamente in ogni parrocchia si individuano dei gruppi di persone che incarnano il servizio all’interno della stessa e chiunque li incontra, anche se non frequenta, li identifica come persone che servono in quella grande “Casa”.
Eppure come membri di una casa, o meglio ancora di una “Famiglia” con la “F” maiuscola, nessuno si dovrebbe permettere il lusso di sentirsi un semplice “ospite della domenica”. Per ognuno c’è il momento in cui si è “piccoli” e si ha bisogno di essere serviti ma poi deve giungere il momento in cui ci si deve sentire chiamati a servire per condividere e accrescere quell’infinito tesoro che si è trovato in quella casa.
Emblematiche le parole dette durante un’intervista rilasciata in occasione della giornata diocesana dei ministranti 2019 vissuta a San Salvo (Ch) da Giovanni Di Penta, un giovane che si appresta ad entrare in seminario: “Fino all’8 dicembre del 2018, ero sempre io che servivo all’altare soprattutto perché pensavo che nessuno volesse prestare questo servizio. Quel giorno invece provai a fare la proposta a dei ragazzi presenti in chiesa e il giorno dopo mi ritrovai la sacrestia piena di ragazzi che volevano servire messa”.
Ve lo immaginate se tutti rispondessero a questa chiamata al servizio come hanno fatto quei ragazzini? Quante grazie su grazie si potrebbero contare? Una comunità parrocchiale che diviene missionaria nelle infinite miserie della città in cui essa è innestata.
Ognuno è portatore in ogni momento storico della propria vita di un dato carisma che può mettere a frutto e a servizio della comunità parrocchiale. Quanti servizi in più si potrebbero offrire proprio perché si potrebbe contare su un grandissimo numero di persone e di carismi?
Il servizio edifica non solo chi lo riceve ma ancora di più chi lo pone in atto soprattutto se questo è frutto e portatore del profumo della novità dello Spirito Santo. Il servire aiuta a passare dallo stato dell’ “ospite” a quello di “figlio” di quella casa.
Una grande sfida dei parroci e dei loro più stretti collaboratori è quella di non smettere mai di chiamare e accompagnare a servire ogni membro della comunità parrocchiale nel santo desiderio che questa un giorno arrivi ad essere identificabile come un’unica famiglia sempre pronta ad accogliere e ad annunciare la bellezza della lieta novella.
E allora chissà se quel desiderio di ogni persona che ha trovato l’immenso tesoro della fede nel Cristo vivente, arrivi a realizzarsi nel poterlo condividere con il mondo intero sì da far sembrare anche la piazza San Vitale di San Salvo gremita ancora troppo piccola, possa essere appagata?
Foto di Simone Colameo