Domenica 15 novembre: giornata mondiale dei poveri
Cosa si prova ed essere poveri?
Cosa significa essere poveri. E’ questo un termine che abbraccia vari stati, da quello materiale a quello spirituale e umano. Ma se la povertà umana e spirituale coinvolge in qualche modo la sfera privata del singolo e tutt’al più stravolge le persone che le stanno accanto, la povertà materiale è quasi uno stato pubblico, spesso la si riconosce a distanza e la si identifica in base a determinati parametri moderni. E’ una situazione che puoi capire davvero fino in fondo solo se l’hai incontrata e/o sperimentata. Già il fatto di dire “aiutiamo i poveri” è un messaggio di lontananza perché identifica un distacco. Poniamoci dalla parte di chi vive la povertà partendo da questa domanda: “Mi piacerebbe essere identificato come un povero?”. Escludendo chi la sceglie per vocazione come stile di vita seguendo l’esempio di San Francesco, sfido chiunque ad accettare questa identità.
Quale tra queste due frasi ci farebbe sentire una vera vicinanza dell’altro: “Tu sei un povero ma io ti posso aiutare” oppure “Tu sei un mio fratello in Cristo che in questo momento sta vivendo una difficoltà che è la stessa difficoltà che potrei vivere anch’io domani”. Quando si entra nella dimensione del secondo concetto di vicinanza si cerca, lì dove è possibile di dare la zappa e non la semplice pagnotta di pane.
E’ la compassione, il patire con, l’immedesimarsi nell’altro, la vera chiave al servizio ai poveri. Papa Francesco è per noi tutti un grande esempio di questa compassione. Basta osservare il suo sguardo pieno di tenerezza e di amore per i poveri che incontra e con cui spesso viene immortalato.
La Giornata Mondiale dei poveri è stata indetta da Papa Francesco nel 2017 a conclusione del Giubileo straordinario della Misericordia, indicando come data la XXXIII Domenica del Tempo ordinario.