“Dio veglia su di noi, ci difende e ci libera”
(Commento al Vangelo di don Simone Calabria)
Seguire Gesù senza portare la croce è impossibile. I tempi cambiano di continuo e anche noi dobbiamo fare altrettanto, restando saldi nella fede, con lo sguardo fisso su Gesù.
Nella Liturgia di oggi abbiamo appena ascoltato queste parole della Lettera agli Ebrei: “Corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento”. Anche noi dobbiamo tenere lo sguardo fisso su Gesù, perché la fede, che è il nostro “sì” al nostro rapporto personale con Dio, viene da Lui.
La Parola di Dio di questa domenica contiene anche una parola di Gesù che ci mette in crisi. Gesù dice ai discepoli: “Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione”. Che cosa significa questo? Significa che la FEDE non è una cosa decorativa, ornamentale; vivere la fede non è decorare la vita con un po’ di religione, come se fosse una torta e la si decora con la panna o altri ingredienti. No, la fede non è questo. La fede è riconoscere una Presenza, comporta scegliere Dio come guida fondamentale della nostra vita, e Dio non è vuoto, Dio non è neutro, Dio è sempre positivo, Dio è amore.
Dopo che Gesù è venuto nel mondo non si può fare come se Dio non lo conoscessimo, come se fosse solo una persona qualunque, una cosa astratta, vuota, senza senso; no…Dio ha un volto concreto, ha un nome: Dio è misericordia, è fedeltà, è vita che si dona a tutti noi gratuitamente.
Per questo Gesù dice: “sono venuto a portare divisione”; non che Gesù ci voglia dividere tra noi, al contrario: Gesù è la nostra vera pace! Ma questa pace non è la pace dei “morti”, non è la fine di tutto.
Seguire Gesù comporta rinunciare al male, all’egoismo, a non giudicare e criticare gli altri, e scegliere il bene, la verità, la giustizia, anche quando ciò richiede sacrificio e rinuncia ai propri interessi. E tutto questo sì che divide; lo sappiamo, divide anche i nostri rapporti più stretti. Ma dobbiamo fare attenzione: non è Gesù che divide! Lui ci da’ il criterio giusto da cercare di capire: vivere per se stessi, o vivere per Dio e per gli altri; farsi servire, o servire; obbedire al proprio io, o obbedire a Dio. Ecco in che senso Gesù è «segno di contraddizione». Dunque, questa parola del Vangelo non ci autorizza affatto all’uso della forza per diffondere la fede.
È proprio il contrario: la vera forza del cristiano, di ognuno di noi, è la forza della verità e dell’amore, che comporta rinunciare ad ogni violenza. Fede e violenza (anche con le parole usate male) sono incompatibili! Invece fede e fortezza vanno insieme. Il cristiano non è violento, ma è forte. E con che forza? Quella della mitezza, con la forza dell’amore.
Carissimi, anche tra i parenti di Gesù vi furono alcuni che a un certo punto non condivisero il suo modo di vivere e di predicare, ma sua Madre Maria lo seguì sempre fedelmente, tenendo fisso lo sguardo del suo cuore su Gesù, sul suo mistero.
Chiediamo a Maria che aiuti anche noi a tenere lo sguardo ben fisso su Gesù e a seguirlo sempre…anche quando ci costa tanto. Amen.