Daniele Delli Carri, un vero e proprio talento musicale

La musica arricchisce l’anima ed è capace di parlare all’anima in maniera unica e indelebile. Ci sono delle persone che hanno un grande talento nell’ interpretare e utilizzare questo strumento donando e regalando vere e proprie carezze per l’anima. Daniele Delli Carri è una di queste.

Chi è Daniele e come e quando è nata la tua passione per la musica?

Sono nato il 30 novembre 2008, ho un fratello di 37 anni, Vincenzo e una sorella di 34 anni, Stella. Verso la fine delle elementari partecipai al progetto di un coro di voci bianche. Da lì ho cominciato ad interessarmi di musica e mia madre vedendo che spesso mi mettevo a cantare e ad ascoltare musica mi ha iscritto alla sezione musicale della scuola media Rossetti a Vasto. Tra gli strumenti che si potevano scegliere io misi al primo posto la chitarra e al secondo violino. Ma nel giorno dei provini il docente di violino Andrea Di Mele mi disse che anche in base alla mia conformazione fisica ero più portato per il violino e così è iniziata questa mia grande avventura con la musica. All’inizio non mi applicavo nello studio e a un certo punto, il professor Di Mele, mi disse: “O ti metti a studiare seriamente il violino o sennò ti faccio cambiare sezione“. Quella sorta minaccia mi scosse e così ho cominciato a studiare e proprio nello studio è scattata questa grandissima passione e il desiderio di diventare un musicista affermato. In terza media al professor Di Mele è subentrato Domenico Mancini. Le domeniche del periodo della terza media e del primo superiore andavo a suonare il violino nelle parrocchie di San Paolo a Vasto e di San Giuseppe a San Salvo dove mi ha notato Maria Aurelia Del Casale e mi ha coinvolto in un campus musicale tenutosi a Castelgandolfo nell’agosto del 2022, che coinvolgeva giovani musicisti di tutta Italia e che implementava il modello didattico venezuelano Abreu: educazione musicale pubblica, diffusa e capillare, con accesso gratuito e libero. A dirigere questo campus c’era il maestro Simone Genuini, uno dei direttori e formatori dell’Accademia Nazionale Santa Cecilia. E così ho iniziato a suonare anche nell’orchestra Musica in Crescendo di San Salvo e a partecipare ai suoi campus che mi hanno permesso di in incontrare anche il professor Angelo Lalla.

Come sono proseguiti i tuoi percorsi nella musica?

Finita la terza media non avevo dubbi sulla scelta delle superiori: il liceo musicale “R. Mattioli di Vasto”. Come primo strumento ovviamente ho scelto violino e secondo pianoforte con i professori Vanessa Di Cintio e Alberto Ortolano. Ascoltando e vedendo un video di Gustavo Dudamel mi sono incuriosito sul mondo della composizione e direzione d’orchestra. Dopo averne parlato in famiglia e con i miei docenti, il professor Ortolano mi ha messo in contatto con Pasquale Veleno, un affermato Direttore D’orchestra che ha diretto in tutti e 5 i continenti e con cui studio composizione e direzione d’orchestra. Mi sono messo a studiare con più intensità per entrare anche al Conservatorio “L. D’Annunzio” di Pescara dove mi hanno ammesso nonostante la mia giovane età. Poi è arrivata anche l’orchestra di Ortona dove tuttora suono. Ho avuto anche la gioia di vincere diversi premi come violinista.

Hai mai sperimentato la gioia del dirigere un’orchestra e se sì qual è la differenza per te suonare uno strumento come il violino e dirigere?

Sì la prima volta il 1 luglio del 2023 al concerto conclusivo “Young Sinopoli” in Piazza del Popolo a Pesaro. Diressi il brano ” Que Rico Mambo” di Pèrez Prado. Questo perché il direttore nella sessione precedente di marzo mi ha visto molto interessato alla lettura di partiture avendomi anche fatto una prova in cui ho diretto. A conclusione del concerto finale al momento del bis mi guardò e mi disse: “Daniele vieni qui e questo lo dirigi tu”. Avevo una tremarella e una gioia indescrivibile” ma mi feci coraggio e andai. Poi ancora al concerto tenutosi nella chiesa di San Giuseppe a San Salvo a conclusione del corso per direttori d’orchestra organizzato da Musica in Crescendo. Ho diretto nel Teatro F.P Tosti di Ortona in cui ha diretto “Tango Por Claude” di Richard Galliano grazie a Paolo Angelucci direttore dell’orchestra OIGA di Ortona e infine ho diretto anche a Acquaviva Picena e San Salvo un arrangiamento sulla Walt Disney. Sono seguite diverse altre occasioni e spesso mi chiamano a dirigere l’orchestra della scuola media Rossetti dove anche io ho studiato. Ogni direzione è per me motivo di grande emozione e crescita. Amo tantissimo suonare il violino ma dirigere è un’altra cosa. Quando suoni pensi alla tua parte alla tua sezione e a coordinarti con gli altri strumenti. Invece nella direzione devo avere una visione d’insieme di tutti, saper essere quanto più espressivo possibile in modo che tutti seguano la stessa armonia.

Oltre a suonare e dirigere in queste occasioni quasi istituzionale ci sono altre realtà in cui suoni e/o dirigi?

Sì con il The Bobson Project. Siamo un Trio di giovani violinisti, tra cui anche la mia ragazza Serena. Ci esibiamo in compleanni, matrimoni, feste ed eventi, anche in forma di artisti di strada. Il nostro repertorio spazia di brani di vari generi dai grandi successi degli anni 70’/80′ fino alla musica contemporanea. Abbiamo una pagina Instagram e Facebook dove tutti ci possono contattare (https://www.facebook.com/reel/1278215033632022- https://www.instagram.com/thebobsonproject?igsh=MWVkcDR6eWxsM2NmNA==).

Perché andavi a suonare in chiesa?

I miei genitori oltre a sostenermi e a incoraggiarmi in ogni mio passo, mi hanno avvicinato alla fede grazie al cammino dei Neocatecumenali che hanno frequentato prima a Torino poi a San Salvo. Ho ancora impresso in me la gioia di quando da bambino ci riunivamo nelle comunità di San Salvo. Qualche anno fa sapendo che a Vasto si era aperto un gruppo di Neocatecumenale ho sentito una forte chiamata personale a frequentare perché sapevo che lì avrei trovato un posto bello e accogliente e così è stato. Per motivi anche di tempo dopo un annetto ho dovuto lasciare. Nel suonare in chiesa vivo intensamente e contemporaneamente due mondi strettamente connessi: il divino e la musica.

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