Uno dei tanti modi per spiegare la parabola dei Talenti ai bambini
Quando si è chiamati ad annunciare Cristo non si può improvvisare neanche e soprattutto con i bambini. Anche se siamo persone che bazzicano con la fede prima di ogni incontro bisogna pregare, invocare lo Spirito Santo e non improvvisare ma prepararlo adeguatamente. Il mantenere viva la loro attenzione è un po’ la nostra cartina tornasole. Mai avere la presunzione di pensare “Tanto io so e qualcosa di sicuro dirò”. Bisogna anche sempre sapersi mettere in discussione e parlare di Dio toccando le corde dei loro interessi. Nel fare esperienza di entrambe le situazioni (improvvisazione/presunzione e preghiera/invocazione dello Spirito e preparazione) ho sperimentato di quanto sia più bello e arricchente non dare mai nulla per scontato e pregare e preparare ogni singolo incontro.
Potrebbe essere questo il tono di una preghiera di preparazione di un incontro di annuncio ai bambini/ragazzi del catechismo, post catechismo e simili:
“Signore voglio annunciare Te, Usami secondo la Tua Santa volontà! Donami il Tuo Santo Spirito e donalo in abbondanza anche a questi/e ragazzi/e che mi hai affidato. Ti prego aiutami: dimmi Tu cosa dire e come farlo. Donami tu l’ispirazione e donami una mente e un cuore capaci di mettersi in ascolto del mondo che mi circonda per trovare strade nuove perché questi ragazzi/e si possano innamorare di Te”
“Camminiamo con Gioia” (leggi) che per via della pandemia si è ritrasferito on line. Su suggerimento e ispirazione di Alessia, una delle ragazze che ci aiuta a vivere questi incontri, abbiamo deciso per quest’anno di parlare delle parabole di Gesù.
Constatando che ultimamente va di moda il cartone “Encanto”, abbiamo deciso di partire con la parabola dei Talenti. Come di consueto, dopo il segno di croce cantato (https://youtu.be/wkzhZu1eBkM) accompagnato da piccoli gesti, alcune brevissime preghiere spontanee di lode per far aprire i cuori e un canto di invocazione dello “Spirito Santo” adattato alla parabola, partendo sempre dal desiderio di far fare esperienza della Parola di Dio, quattro ragazze si sono alternate nel leggere due o più versetti di Matteo 25,14-30. Nel frattempo che le ragazze leggevano abbiamo condiviso il video di un cartone fatto al computer su questa parabola (https://youtu.be/qJ9Re-vvQRI)
Abbiamo chiesto a loro di spiegarci i versetti letti e abbiamo posto delle domande per far venire fuori da loro stesse cosa voleva dire Gesù con questa parabola. Il talento ai tempi di Gesù rappresentava il peso delle monete guadagnate da un operaio all”incirca in trenta anni di lavoro.
Per attirare la loro attenzione abbiamo condiviso il trailer di “Encanto” (https://youtu.be/begIGODDmAg) e le abbiamo invitate a parlare della storia del film e a farle riflettere sul fatto che i talenti vanno coltivati. Una delle ragazze ha sottolineato che la protagonista del film non aveva talenti visibili o eclatanti forse perché la nonna non aveva fiducia in lei. Anche le persone apparentemente più insignificanti hanno dei talenti grandissimi e a volte occorrono solo chi le sappia riconoscere e valorizzare. Il numero dei talenti è davvero infinito e uno di questi è anche quello di saper riconoscere e valorizzare i talenti degli altri.
Abbiamo poi invitato le ragazze a ritagliare due cuori da un foglio e a scrivere su uno i propri talenti personali e sull’altro quello di una persona cara.
Nessuno è privo di talenti, tutti abbiamo tantissimi talenti e questi sono motivi in più per amarci: dovremmo cercare di amarci almeno una parte di quanto ci ama Dio. Dobbiamo imparare a riconoscere e a valorizzare i nostri talenti e anche quelli degli altri. Essere consapevoli dei vostri talenti vi aiuterà a capire cosa vorrete fare da grandi, quale strada/scuola intraprendere.
I talenti della parabola simboleggiano i doni spirituali donati da Dio a ogni uomo. Con questa parabola Gesù vuole insegnare che le nostre capacità non devono essere tenute nascoste ma, pur senza inorgoglirci, devono essere messe a servizio degli altri.